martedì 8 dicembre 2009

il tuttoattaccato


ritorno, con la pioggia
sull'autostrada,
i vetri appannati rallentano le svolte,
a volte addirittura le fanno proprio saltare,
e le deviazioni che ti aspettano dopo,
girano in tondo per farti ritornare,
girano in tondo come i pensieri,
che sono solo appoggi, solo appoggi temporanei...
dicevo, torno in città dopo quei giorni
di domande, di neve bianca,
di odore di fiume,
di sassi che facevano le bolle da sotto,
insieme ai pesci blu come il vetro dell'acqua,
che di su conteneva i miei lenti passi sul ponte sassoso ad aspettare
il tramonto color caco...
uno dovrebbe proprio abituarsi al viaggiare,
a sdrotolarsi nel senso della vita,
nel senso anche come direzione,
abituarsi all'idea di sciogliersi nel...come dire....
nel qualcosa che c'è...che ci è...
adesso, per esempio, so che ho percorso
quei sentieri, quelle strade, solo perchè il viaggio
si è lasciato segnare dal tempo del tergicristalli,
e il contachilometri mi ha sollevato dall'usare le dita per contare,
ma la sensazione è più quella
che insieme al qui c'è quel sussurrare lento ed inesorabile del grande boh,
e più che lo spazio-tempo da gestire
io mi ritrovi inesorabilmente a balbettare
nelle dimensioni del tempo-spazio,
in un'inversione costante di esser-ci in qualcosa che non ha
contorni di parole, ma riempie il vuoto...
uno poi ne parla per affrancarsi subito dal:
siccome non lo detto vuol dire che non esiste,
infatti, infatti,
voglio che la parola faccia fiorire,
voglio nutrire di nuove consonanti e vocali
quel tempospazio, quel nuovo senso ripete ad alta voce il nome e
se mi accontento di affacciarmi ancora lì al bordo dell'inversione,
del ritorno, dell'oplà,
lo faccio perchè so che il bordo c'è,
ma c'è anche la garanzia del tuttoattaccato,
un tuttoattaccato, tra il qui e il là,
che risolve le questioni sospese,
e quegli amori che hanno i capelli annodati,
e quelle domande stropicciate che masticano male le risposte,
e tutte quelle distanze che illudono gli uni e gli altri,
nell'essere così uni e così altri,
s e n z a s o l u z i o n e d i c o n t i n u i t à
mi ripeto lenta, nel mio essere lumaca, con tanto di traccia a bava,
tanto per non smettere...

venerdì 4 dicembre 2009

l'uomo dei cachi che volano


cielo color caco
sulla mia strada
pure le stradine laterali
si riflettono nell'arancione...
pensieri arancioni
sogni arancioni
come quelli che facevo nella cameretta
della mia infanzia
di un arancione fortissimo
come se fossi cresciuta in mezzo
a un delirio di aranciata
e ancora mi ritrovo l'arancione nelle tasche
che richiama tutti i colori
da spalamare sulle facce
sulla pelle di camaleonte...
mi piacerebbe saper raccontare
una storia con un omino che per essere
decide di fare il venditore di cachi...
quelli morbidi di arancione scuro
quelli vaniglia arancione chiaro con i semi
lucidi e marroni
e quelli mela arancione a metà
tra lo scuro e il chiaro...
io un uomo dei cachi l'ho conosciuto
davvero, non li vendeva ma
ne parlava spesso
soprattutto quando si avvicinava l'autunno
rosso degli aceri accesi
soprattutto quando tornavo
dal luogo dei faggi dietro i cancelli dell'ospedale...
quasi all'ora del tramonto
come oggi con cielo stracciato di arancione..
e mi raccontava della struggente nostalgia
che i cachi gli portavano
ogni caco un pezzo di racconto
ogni racconto un caco che veniva con delicatezza mangiato...
nostralgia o malinconia non so,
per qualcosa di perduto e che non veniva mai in mente
ma aveva a che fare con il suo essere bambino di allora
dove era facile confondere
l'albero di natale con quello senza foglie
arancione dai cachi appesi,
un uomo insomma che annegava nella struggente
dolcezza del caco, nella sua morbida materia
per ritrovare quell'amore perduto
per quello che sciogliendosi
colmava tutta la poesia del cuore...
ah con questo cielo chissà se...

mercoledì 2 dicembre 2009

....in con su per tra fra......


lascio tracce
controllo tracce
e poi cancello
guardo la luna,
era ieri ma è anche oggi,
stretta nel cielo
mantiene il tondo
aperto dei miei occhi
seguo come un gatto con la mosca i miei pensieri
mi sento altrettanto pelosa ed arruffata quando sale il vento
mi dilato il solito espandersi
in realtà serve solo per il vento per respirare meglio...
non guardo lo specchio, ma lo so che mi sono trasformata,
dalle zampe con i cuscinetti rosa so che posso
aspettarmi salti mortali...
e allora di nuovo la mort, cioè l'ame hors
e l'anima chiamata viene fuori
al mio scoperto
al mio cospetto
e allora
schizzo via nei sogni e nelle veglie,
gli occhi chiusi,
rimango, seguo il calore
seguo quei contorni di pelle che mi servono per interagire
ancora un pò col mondo
e la luce che traspare ogni volta che mi ravvivo i capelli rouge
mi fa ricordo di un tempo che gira intorno
spaiato a volte dal presente...
parlo parlo e parlotto
mi serve un piccolo pulpito
almeno in uno spazio unico
per un pò certo nell'incerto
sosterebbe questo fiume e questa lava che scorre
lascio tracce lo so, ma non mi giro,
non serve me le ritrovo di fronte, sempre,
fresche come la saliva che ha inumidito le labbra
appena ho girato l'angolo e quel tram che non smette di passare...
ed io che non inizio mai a rincorrerlo...
quello le tracce ce l'ha dritte lucide e di metallo,
una sicurezza per quei pensieri che continuano a scorrere...
ma le stelle esistono veramente o sono i soliti buchi del cielo
o sono quello che rimane di una me del passato...
chi è passato?
ah niente di nessuno
niente per cui vantarsene
sono solo tracce
solo tracce di sole...
ho detto soooooooooooleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee !!!

giovedì 19 novembre 2009

avviso ai naviganti


dicasi informazioni di confine

tutto ciò che mi arriva dal bordo

delle persone e finisce dentro

lunedì 16 novembre 2009

haiku metropolitano 2


foglie gialle

e addormentate

odore di legna

nell'aria bianca

bosco stropicciato

nelle mie tasche

martedì 10 novembre 2009

haiku metropolitano


guardando

attraverso le foglie

di un acero rosso

sospetto un agguato blu

del cielo...

mercoledì 28 ottobre 2009

smell good


cielo a tendine sulla città
esco di casa leggera
vesto di grigio e nero
come un insetto grosso e con le antenne...
sì perchè le antenne ce le ho davvero
e non sono solo i capelli scompigliati
quelli hanno una loro metafisica già più volte dimostrata
quasi oggettivamente tanto da subodorare la presenza
di una piccola carica che esplode da sotto per renderli..
non come napo orso capo..di più...
come angelo branduardi...di più...come la pubblicità dei jeans in b/n...
uguale...ma con angoli rasta grumosi e gnucchi come dico io...
dicevo le antenne...a volte vere e proprie parabole stile palomar...
e allora come si fa a non sognare
come si fa a non vedere immagini che si sovrappongono
come in un caledoscopio colorato
e allora poi anche la terra densa (la realtà come si dice comunemente)
ti dà subito uno spintone
perchè succede che appena scesa,
giusto il tempo di salutare il gatto b/n (non come la pubblicità ibidem)
padrone indiscusso del mio giardino pieno di deodara cedar tree,
alte fino in sopra ai miei capelli esplosi quando sono a casa
al terzo piano senza ascensore (che io chiamo l'ascesi al potala),
dicevo appena scendo..il gatto ed eccetera...
una bella zaffata di vaniglia mi circonda e mi accompagna
fino allo stargate del cancello che mi mette in strada...
saluto cappuccetto rosso parcheggiata comoda proprio lì davanti
(una fortuna rara e una comodità unica roba da non spostarla più)
eppoi un altro aiutino in metro dove sotto le luci belle della metro nuova,
una scia di profumo di gelsomini mi inonda il cuore...
avevo appena detto tra me e me "oggi è una giornata di abbracci"
e non solo di foreste da vedere negli alberi (espressione molte altre volte
usata e che è diventata ciccia in me)
avevo appena detto tra me e me
che gli occhi degli altri sembravano più luminosi degli altri giorni...
e che io agli odori profumi non so resistere...
sono proprio per me l'indicatore del cambiamento
mary poppins guardava la banderuola e il vento
io se sento e vedo gli odori e la luce in particolare attività
sento il cambiamento che arriva
e per me cambiare è sempre positivo
per una innata esperienza del mondo al limite dei mondi..
io so che avvengono cose belle..molto belle
e allora gioco e amo amo perdutamente...

ps qualcuno anche in ufficio l'ho trovato oggi da abbracciare...
ehehahahehahhahhahaha

so be!!!

lunedì 5 ottobre 2009

venerdì 25 settembre 2009

unoesessanta

sono alta 1,60
al mattino un pò di più
la notte mi allunga,
alla sera un pò di meno,
la gravità,
le foglie che cadono...
almeno fino a che non mi faccio una doccia
e mi stiracchio un pò...
due piedi
due braccia
due gambe
due tette
due occhi
in mezzo a due orecchie
che sostengono un cervello
e soprattutto si distanziano dall'ippocampo
(!?)
sono umana
a volte umanoide
sub o iper o super all'occorrenza,
dimentico per ricordare,
amo per non perdermi,
una cosa la so,
sono alta 1,60 e
quando sono seduta,
essendo le sedie pubbliche tarate almeno sull'1.65,
hanno una loro ergonomia interiore,
tarate sulle sagome degli omini dei progetti di architettura,
non tocco con i piedi per terra,
io non sono ergonomica,
solo un po' autistica,
diprassica e simbolica
seguite da altre ica in fila indiana...
e simbolicamente qualche volta,
praticamente quasi sempre,
in tram,
sulla panchina del parco,
nei ristoranti
nei fast food
nei teatri nei cinema e
negli studi di medici,
di avvocati e notai,
dal commercialista,
dove per forza non ci siano sedie
all'altezza asilo montessori...
io non tocco con i piedi per terra...
vedo i piedi con il muso all'ingiù che sfiorano orgogliosi e fieri,
il suolo del pianeta Terra,
almeno loro senza sensi di colpa,
ma la pianta del piede no,
nemmeno mai il tallone...
e la tentazione è allora quella di mettere le gambe
in su, incrociate all'orientale,
che dopo anni di meditazione e di ripiegamenti su me stessa a contemplare
mi viene facile,
soprattutto più comodo che vedere penzolare i piedi nel vuoto...
per questo motivo a volte
il mio sedermi diventa sghembo
obliquo
scivolo col il sedere in avanti
mi affloscio come una virgola,
una parentesi venuta male...
ma per di più mi siedo sul bordo delle sedie
mi bilichizzo in un appoggio incerto...
l'altro giorno nel parco strafigo della city
ci ho provato,
con le mie scarpe bianche a strisce argento,
stavo leggendo,
di come scollegare la propria rete neurale (!?),
la panchina sverniciata e opaca di legno era anche
piuttosto comoda con le gambe incrociate sulle cosce,
ma è venuto un omino,
che già a distanza con la testa ciondolante mi faceva di no:

no, signorina non si può,
non si può mettere le scarpe sulle panchine
signorina non si deve,
anzi se proprio deve fare qualcosa
si adatti al decoro urbano...
ma non si guarda in giro, non vede cosa stanno costruendo,
non vede il grattacielo sguincio con i vetri verdini
che incombe sulla panchina dove sommariamente lei è seduta
e generosamente offerta dal progresso...
si contenga signorina e accetti il ciondolare
delle sue gambette nel vuoto
accetti di figurare in questo scenario
come un pupazzetto in un diorama...
stia lì composta con il suo yogurthino
con la sua schiscetta di frutta...
e non mi guardi così, quasi che fossi solo una sua allucinazione..
no, signorina non si può, non si deve fare...

sono alta 1,60 e dell'incerto ho fatto un orizzonte,
una solida striscia di percezione,
dell'appoggiarmi in bilico sul mondo
ne ho fatto un vanto,
una preghiera silenziosa di cambiamento,
di estasi deliranti nell'attraversamento di soglie,
di universi paralleli e oltre...

unoesessanta, il bordo della mia rincorsa al salto....
ahahahahaha

lunedì 21 settembre 2009

in posizione fetale


grande esercizio l'uso delle parole...
adesso mi ritrovo a testa in giù
come l'appeso dei tarocchi,
come in posizione fetale
mi manca poco per nascere
dico, mi preparo al salto,
penso, prima o poi passo di qui...
è un grandaffare danno le parole, alla mente, dico,
perchè corrono dietro ai pensieri con il fiatone
eppoi riescono si e no a dire qualcosa...
ma quando avviene però questo racconto, questo dire...
insomma per me c'è davvero l'estasi...
insomma non è che serve essere particolarmente sensibili
basterebbe essere umani...accesi...non dico illuminati...accesi...
come una candela, come una lucciola...
ma sì come una stella vista da lontano...
a testa in giù, con le gambe per aria e i piedi che toccano il cielo,
le parole sembrano più vicine, più facilmente acchiappabili,
forse perchè il pensieri si appoggiano tutti in testa,
scivolano in giù, o in su come si preferisce...
forse perchè le parole nascono dalla terra come le carote e le cipolle,
forse perchè io ci vedo meglio a testa in giù...
oltre alle parole in quella posizione riesco a vedere meglio gli altri...
ce ne sono molti in realtà che sembrano in piedi con la testa in aria e che
invece sono a testa in giù come me...
e allora scatta il sorriso di complicità
e allora si gioca a scambiarsi i biglietti di viaggio...
non servono neanche le frasi di circostanza..tipo come va?
tutto bene?
in quella posizione va tutto bene per forza...
ecco il perchè, credo, di tutto quel fascino degli antipodi che avevano gli antichi
(quali antichi?)...ma sì, gli antichi e basta...
in realtà poi uno finisce per pensare che il cambiamento inizi con l'essere
con la testa sottosopra
in posizione fetale
a testa in giù,
con il bozzolo e tutto quanto,
con il desiderio dell'essere crisalide
con la rassicurante bruchità assoluta...
eppoi, eppoi mi spiego...

mercoledì 16 settembre 2009

grigio tonale


cielo plumbeo oggi
e piove,
le nuvole basse che corrono
e la pioggia che corre con me
in questi giorni di acqua
la sera quando rientro a casa,
tra le pozzanghere e la radio accesa
e la mattina quando faccio dentro e fuori
dalle bocche nei marciapiedi della metrò...
bello il grigio,
in fondo non mi dispiace
questa vita in mezzo tra bianco e nero
il dignitoso bilico dei non colori...
i miei occhi verde azzurri mi colorano
comunque il mondo...
ehehhhe
eppòi vedo ascolto e annuso come non mai,
come non mai
e come una sensazione nuova
percepisco il vantaggio di stare qui e ora
come uno stupore definito
quacosa che tocco con le punte delle dita
qualcosa che è oggetto da stringere
e da assaggiare
sì, assaggio il tempo presente...
una bella cosa...
e la ricerca che si fa densa....dentro...
prima e poi,
mi fermerò in un angolo qualsiasi di questa città grigia,
mi fermerò a guardare ascoltare ed annusare
tutto ma anche
la gente che passa
che mi farà il conto dei fotogrammi di realtà
che riuscirò a percepire, a ricordare...
vedo pezzi di me ovunque
vedo in fondo solo quello che conosco bene...
un altro vantaggio...
quello che so lo metto dietro alle spalle
come il kway quando vai in montagna anche con il sole,
non si sa mai,
quello che so lo dimentico,
punto dritta, avanti...
e mi ricordo
solo di respirare
di amare e
di stare qui...
ancora un pò....

martedì 1 settembre 2009

come dire tutto bene


come dire...tutto bene...
seguo la luna e la luna segue me...
un'estate di luna
lunatica e lunosa
sullo sfondo rosa della camargue
dall'aria spugnosa e piena di toni di azzurro lilla e indaco...
una luna che si appoggia ai baci appoggiati ad un portico sugli ulivi
e una luna che mi segue nelle rincorse e nelle attese...
e io che so adesso aspettare più di prima,
perchè il non tempo a spirale mi tiene occupata nel sogno
chiudo gli occhi e vibro leggera, aliforme mi spiego
tra il papavero e la falena
tra l'alga bruna e la nuvola grossa...
luna e sogno
la banalità che inseguo
la patetica ripetizione del normale...
ahahahah
e adesso che so leggere dentro di me quelle tracce
che da anni come promemoria dimenticati tengo dentro
e adesso che so raccontare le storie e le facezie
del buio e della luce
e adesso proprio adesso prendo di nuovo lo zaino
che non ho sfatto del tutto
e prendo i sacchi a pelo e i materassini autogonfianti
e prendo tutto e riparto,
il mare, l'amore denso della vita incontro...
yeah
hai capito, no?

giovedì 30 luglio 2009

pronti via!

tolgo le macchie dal pavimento
preparo il tutto perchè in mia assenza
per la polvere ci sia un nuovo spazio
stiamo partendo...
fra poche ore una delle mie rincorse diventerà viaggio,
oserei dire abbraccio...
cappuccetto rosso è carica
ma abbastanza vuota da lasciare spazio al sogno...
non so cosa troveremo
non so il colore nuovo che il mio orizzonte prenderà
il segno che lasceranno i vestiti
quando mi aprirò gli occhi al sole, al cielo e alla pianura liquida ...
so soltanto che mi sposterò un pò più in là
dove il bordo del mondo segna la terra diversa dal mare...
una spinta come sull'altalena
al mio corpo, alla mia cappuccetto rosso
e al grande dade...

lunedì 20 luglio 2009

oggi oggi è proprio oggi....yeahh




Tutti conosciamo quella melodia che fa: "Tanti auguri a te!".
Giusto, proprio quella lì che dopo fa così: "Tanti auguri a te!".
Ma per cazzeggiar felici festeggiando con gli amici,
non basta solo un ritornello che per quanto bello è un po' fine a se stesso.
Ma a me è capitato un qualche cosa che ha del pazzesco.
- Dai la canto normale - Guardo sulla bancarella di quel rigattier al mercato di Bonn, sai ci trovi questo e quello da quel rigattier del mercato di Bonn.
E intravedo uno spartito, obsoleto e manoscrito, e incomincio a solfeggiare.
E in quell'istante ho capito di avere trovato l'anello mancante di questa catena di note incantate nei miei compleanni, vi giuro ho trovato per caso la strofa di "Tanti auguri a te".
Era un inedito di Beethoven che fa così:
Spegni bene le candele soffia, soffia, soffia sopra le candele!
Non cercare di scappare vieni a festeggiar con noi,
100 di codesti giorni non dimenticarlo mai.
No, no, no, no, non dimenticarlo mai, no, no, no, no, 100 di codesti giorni.
Non dimenticarlo mai, 100 di codesti dì.
Vieni qui, dove vai? È la tua festa.
Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri felici, tanti auguri a te.
Alles gute zum geburstag.
Happy birthday.
Quante sono le candele?
Una, 10, 100, 1000 le candele.
Le spegnerai - non posso Le spegnerai - non sento Il genetliaco.
Guarda qui, guarda là, è la tua festa.
Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri felici, tanti auguri a te.
Alles gute zum geburstag.
Alles gute zum geburstag.
Tanti auguri Beethoven,
e la torta a me

giovedì 9 luglio 2009

filastrocca baciata e strampalata


nella vita per la trama e l'ordito
c'entra la mano
ma soprattutto il dito
che indica la luna
ma poi uno vede solo la bruma
lì lontano sull'orizzonte
pur grande e grosso come un bisonte
che sacro non a caso era nell'america degli indiani
che nell'invisibile ci andavano senza mani
e non perchè fossero selvaggi
ma intelligenti e soprattutto saggi
la trama e l'ordito diventano un mantra
quando uno capisce che trama significa tantra...
ahahaha

martedì 7 luglio 2009

à gennarì...

gennarina non c'è più...
stamattina durante il temporale
ho raccolto con gli occhi solo il vuoto accanto alla bianchi di dade,
catena divelta e niente più bici per me...
insomma, uno si chiede perchè...
secondo me chiedersi perchè è inutile...
al limite il come, come mi serve tutto ciò e come posso
utilizzare questa energia che si è liberata con la mia
emozione...anche di essere violata e arrabbiata...
mio tuo a questo punto nostro, cioè nostra...
ma non basta perchè le cose le consideri tue e vorresti difenderle...
lo so ci sono cose più importanti che la storia di una bici rubata...
c'è gente che perde tutto per un terremoto e soprattutto per l'incuria
di chi ha accettato la nostra delega di controllare la nostra sicurezza...
c'è chi perde la libertà perchè ha un'idea diversa,
c'è chi perde la ragione perchè non ha voluto saputo difendere la sua integrità...
io non voglio difendermi, io non voglio avere paura se un ladro arriva fino alla soglia
del mio portone, fino in fondo al cortile dove abito da anni,
io voglio pensare che una ragione c'è,
ed è una ragione saggia che magari non comprendo o non sento ancora
ma la ricerca è sempre possibile e prima o poi succede sempre qualcosa di buono...
quando dài un nome alle cose poi ci si affeziona
io l'ho fatto per una bici ed era la prima volta...
c'è chi non lo fa per le persone per paura di sostenere un legame che non riconosce...
ciò mi fa sorridere perchè ci sono passata ed ho accettato cose
che adesso con una risata rispedirei subito al mittente...
secondo me quando chiami una cosa per il suo nome
questa fiorisce,
e fa fiorire nuovi significati dentro,
molte volte inaspettati,
davvero geniali...
uno poi non si affeziona tanto all'oggetto
che siccome è parte di una realtà illusoria
è sempre qualcosa di transitorio, effimero e in prestito,
uno si affeziona inconsciamente al significato che quella esperienza ci
porterà come bagaglio di consapevolezza...
gennarina ovunque sarà ha la mia energia di gioia e di libertà...
ed io farò il gioco di avere fatto un seminario approfondito
sul perdere e non perdersi,
sulla scarsità e sulla prosperità,
sul come e non sul perchè delle cose...

lunedì 6 luglio 2009

il grande cocomero, passando verso sud

ci pensiamo in bicicletta...
dade mi ricorda la promessa del giro in bici...
ormai gennarina la parcheggio sempre fuori...
mi risparmio ogni tanto la salita al potala domestico...
e via altra pedalata in giro per la città...
due criteri di ricerca:
fare strade sconosciute
prendere un gelato buono...
mi ritrovo a puntare verso sud
il pomeriggio è bello con le nuvole cicciotte che sembrano per me
sempre l'australia, perchè io in australia non ci sono stata
ma so che appena c'è un tipo di cielo mi risale fuori,
io in australia ci andrò anche solo per far guidare un camion col muso grande
a mia mamma che è il suo sogno di sempre, il camion e l'australia...
insomma punto verso sud, l'australia rimane in cielo...
il primo pomeriggio a milano vede poche persone in giro
e gli stranieri ormai indigeni di dove abito io girano con gli abiti lunghi e bianchi...
mi domando che a furia di non viaggiare è il viaggio che mi viene incontro
e mi basta una bici per accelerare un pò le cose...
punto verso sud, ancora, e come aveva previsto dade i pensieri si sgomitolàno con
lo scorrere della catena e del cambio delle marce...
l'estate reclama i suoi sogni ed io che di sogni mi sono fatta un vanto non
posso che occuparmene...
lungo il naviglio pavese mi accorgo che la città si fa più fiacca
le case di abbassano e il verde vuole a tutti i costi ricordare la campagna
ma mostri di impalcature di nuovi palazzi digrignano i denti...
per oggi solo per oggi credo sono salva e il verde c'è ancora...
pedalo e provo una nostalgia infinita...
mi viene in mente avalon
quando verso la fine del regno d'artù tutto sembrava perdersi nella nebbia
e ritrarsi più lontano...
un discorso lungo da farsi mentre si pedala...
in città bisogna evitare un pò di tutto,
marciapiedi e binari, tombini ed auto messe sulle ciclabili...
dade corre, lui corre sempre, pedala doppiandomi i tragitti...
lo vedo e lo perdo ma poi mi aspetta...
gli dico: andiamo a comprare l'anguria?
i piccoli supermercati della domenica
sono abitati da gente rilassata che non fa la spesa grossa
ma quella della memoria,
o dei gusti dell'ultimo momento,
dimentico che ho la bici
e torno a casa con un'anguria di sette chili nel cestino
e la spesa arroccata dietro...
ciliege, centrioli, uva bianca dell'italia, formaggio garda, ricotta e mortadella,
fromage de chèvre, un melone in offerta e un pane ai cereali...
io, dade, gennarina e l'australia in cielo e il grande cocomero nel cestino che ci sta un po stretto e che gentile con me, non si è fatto attendere...
ah la gioia delle bianche domeniche della mente...

lunedì 15 giugno 2009

the film



Da terribile a venerabile
senza passare dal via
in questi giorni
si sono aperte per me
le soglie delle grandi rappresentazioni
dopo libri di successo
mi è toccato dirigere anche un film

Il terribile zombie molesto e smemorato e la macchina spandiletame

uno splatter anomalo con lieto fine
e camminata mano nella mano
sul viale del tramonto
con gelato allo yogurth noci e miele
e pistacchio
cono e non vaschetta, naturalmente....
trama:
beh, c'è uno zombie che non sa:

  • di essere zombie
  • se è maschio o femmina
  • cos'è i ching 32
  • come guidare la macchina spandiletame

e soprattutto cosa ci fa in un film di sest'ordine (ho scelto sesto per omaggio al sesto senso) diretto da un'emerita principiante...ma tant'è...nel film si accorge di non sapere molte altre cose che non rivelo per non rovinare la suspense...

comunque è una storia all'inizio un pò triste perchè lo/la zombie non sa perchè, perchè tutti scappano non appena si appresta a condividere con gli altri le sue percezioni incomincia con tempo a subodorare che qui non si tratta di capire quanto si è morti ma quando e come si è riusciti a vivere difatti la prima battuta che gli/le faccio dire è appunto:

non esistono i morti
esistono solo viventi e non viventi

(con voce rauca e qualche sbavatura)
beh, in effetti ci si rifà un pò alla saga
della notte dei morti viventi,
il genere è quello, un pò di citazioni colte non mancano...
come quella che faccio insegnare dal contadino
altro protagonista fondamentale
tipo bonhomme bucolico che fischietta sempre schumann
e che dopo un primo spavento si commuove per la zombità esistenziale del protagonista
e decide di insegnargli/le in poche lezioni (registrate anche per youtube)
come ottenere il massimo dalla macchina spandiletame
e orientare la sua follia soffocante e maleodorante
alla concimazione biodinamica integrata e soprattutto mirata,
eppòi gli/le insegna a comprendere
il significato profondo della battuta

ave morituro te saluta e dove l'affermazione crepa!!

è un invito alla trasformazione immediata che provoca il cambiamento.
Il lieto fine non lo rivelo e così neanche la storia di amore e soprattutto di sesssso...
come non rivelo assolutamente la dimensione filo e sofica del passaggio
tra l'essere terribile, lunabile e venerabile...

mercoledì 10 giugno 2009

promemoria



la pelle è il cervello
non è una questione di skill
(tutti che chiedono ma quello è skillato?)
mi requisisco i requisiti...

ma è meglio definirla una questione di skin

la pelle definisce il contorno di sè
in bilico tra il dentro e il fuori...
ma anche della propria anima
complessa variegata ed infinita...

un respiro...

un'altra manata sotto l'onda
che gira la sabbia a prendere
i frammenti colorati
di vetro
le pietre preziose di dade...
riempirsi le tasche di trasparenze levigate...

un respiro...

ed affiorano le connessioni...
non è consigliabile mischiare troppo
le emozioni e il pensiero
strano a dirsi ma si fa confusione...
strano a farsi ma si implode
e non è come ripiegarsi su se stessi e contemplare...
non si vede più il semplice
non si riesce più a dire non importa...ah si?

allora ecco che mi riempio
gli occhi degli stessi frammenti
di cielo e di vetro
che gironzolano
tra le dita e le tasche...
mi riempio la pelle
che cambia colore
che connette il dentro il fuori
esoderma...
mesoderma...
endoderma...

profondo
profondo
...

venerdì 5 giugno 2009

k 545

(da leggersi se possibile con mozart in sottofondo)


scrivo con il secondo andante..

spartiti sotto mano
seguo quel zampettamento di vocali e consonanti
parole e smorfie che nascono
nonostante me
tra i report ed i file excel
ma i fili d'erba si muovono attraverso le mie dita
che cliccano e tamburellano
affiorano dagli spazi
e si trascinano dietro papaveri e fiordalisi,
fili di grano nuovo...
oh il mio andare verso sud che affiora
io che mi butto all'indietro
tra il biondo delle spighe
alberi di susine giallo senape
mi appiccano le nuvole in lontananza
sugli occhi che strizzo per vedere meglio...
ma non sono più grande di una bimbetta
di quattro anni
con le gambotte graffiate dalla raffia
e che inciampa sulle zolle di terra troppo grosse...
oh il mio sud che vive attraverso mozart
ma da dove viene questa musica
struggente...
no, sono io struggente,
io melodrammatica
io barocca
io sghemba
che si ridesta oggi
a distanza di decenni
nella ricerca della sua nuova
rinascita
che chiama bruchità assoluta
un modo più goffo di parlare
ancora di fenici
e di periodi di latenza
una bruchità che ha smesso
di mangiare le foglie
e si chiede: è adesso che succede?
...
mi guardo indietro
quando è successa la stessa cosa
l'altra volta?
i miei quattro anni e il mio compleanno nell'assolato di luglio...
ero bruca anche allora e con gli occhioni azzurri
ben aperti, almeno per cercare
i ciammaruchielli le lumache piccole piccole,
ma ben aperti a non dimenticare,
a non dimenticare...
il dietro l'origine nell'esserci...
ma mi ricordo benissimo lo sguardo
dal basso, la mia torta con la crema gialla
le quattro candeline rosa
e il biglietto di auguri di mio papà ferroviere
sempre al lavoro, sempre nella sua bella divisa stirata...
una bruca di quattro anni
con un biglietto di A/R stretto nelle mani...

giovedì 4 giugno 2009

incognita apocalittica


oggi mi ragiono sull'apocalisse
e sul suo significato di togliere un velo
e questo basterebbe a spiegare
tutti i desideri di vere apocalissi
che più o meno consciamente abbiamo...o temiamo
non diciamo vorremmo cambiare ma non siamo
abbastanza liberi per farlo?
ecc ecc
(dov'è che ho letto che quando abbiamo paura di una cosa
in fondo la desideriamo...?)
e che solitamente vorremmo cambiare cose di noi
e non aspetti
vorremmo cambiare l'avere
e non l'essere
dato che è più difficile da vedere
pensiamo che cambiare cose
ci fa cambiare anche l'essere...
credo invece che sia proprio il contrario
ehheheheh
...
mi domando perchè molte volte recupero
il significato originario delle cose attraverso
il significato originario delle parole
(deriva dal greco apokalypsis e significa rivelazione, letteramente "l'alzarsi di un velo", o scoperta in senso letterale)...
per lo stesso motivo che è meglio per me mangiare integrale
piuttosto che raffinato
e che a fare i raffinati a volte ci si smena in qualità
e integrità comunque...
e questo la dice lunga sulla nostra incapacità acquisita
di non saper distinguere più cosa è integrale da cosa è prezioso
con il fatto di finire per agognare modelli di vita raffinati
che sono talmente raffinati da essere privi di nutrimento buono...
l'apocalisse è un movimento
è un rigirare le zolle così profondamente
da sollevare il velo e guardare quale è la faccia nuova dell'intero
perchè ho compreso che uno finisce sempre
per temere soprattutto di perdere ciò che ha
e non ciò che è
forse perchè ignora cosa significa realmente
coniugare il verbo essere
nell'io sono
io sono
si o no?
...
anche se alla domanda chi essere tu?
è meglio cmq rispondere come il brucaliffo:
un'incognita
ahahahah
io aggiungo
apocalittica
so be!!!

mercoledì 3 giugno 2009

liberi tutti


io mi s-prigiono

tu ti s-prigioni

egli/ella/esso/essa si s-prigiona

noi ci s-prigioniamo

voi vi s-prigionate

essi/esse/loro si s-prigionano

l'albero dai frutti rossi...

tanto lo sapevo...
sole, cielo, blu, vento in favore...
il mio pta (personal trainer adolescente...dade, insomma)
non poteva non propormi la solita maratona biciclettara
da-giorno-libero-in città-deserta...
almeno una ventina di km girovagando tra semafori
marciapiedi e sfumature di piste ciclabili che muoiono nel nulla...

e allòra prendi bici color sangue di san gennaro da mansarda
scendi i quattro piani che ti dividono dal mondo profano
inforca la nuova fiammante luccicosa girardengo 18 marce shimano
a dx e six
dito bagnato al vento che tenta di scegliere la direzione...
e invece no...
il pta decide destinazione- percorso e durata
a me non resta che organizzare il tragitto..
...e pedalare...

radha 0 - pta 1
palla al centro

parco n°1

montagnetta di s. siro
brecciolini in salita
fiaccano qualsiasi tentativo di emulazione da maglia rosa
e io che non sono competitiva
e non mi interessa che la sopravvivenza pratica
desisto subito e cambio
strada non prima di aver soccorso
il mio splendido pta che ha fatto un volo
degno di et con lo sfondo-luna-piena

parco n° 2
trenno:
gira gira e dribbla vecchietti in bici
bambine pink rosate con pattini in linea
maratoneti sudati e lucidi come ologrammi da secondlife
papà con pargolo koalizzato a seguito
fila alle fontanelle
e barbecue fumantissimi di sudamericani
conditi con salsa e salse
e soprattutto merengue...
eppòi la genialata finale
per la legge dell'attrazione del segreto e del
caspìta-che-cosa-mi-capìta-casualmente-non-a-caso:
una splendida fila di alberi gelso dai frutti rossi...
lì in mezzo al mondo intero che si crogiolava al parco...
i gelsi...dico, come in un mondo fatato
dove si mangiano i frutti appesi,
come nel paradiso terrestre dove
la conoscenza dipendeva anche da quanto sapevi
allungare il braccino ed arrampicarti su..
insomma dopo un'ora diti rossastri e dolcissimi
papille gustative al massimo
e pupille dilatate alla winnie the pool
ma dove siamo finiti?

radha 1 - pta 1
palla al centro

parco n° 3
gira gira e gira tra laghetti di acqua di cava
e rogge lombarde tipo anni addietro di pianura padana
sentierucoli sali e scendi in mezzo al vero bosco
anche se piccolo perchè siamo pur sempre in una metropoli
...
dade adesso ci sdraiamo un pò...?
mamma...ma il cielo senza nubi mi arriva fin sul naso
anche tu vedi tutto quel brulicare di cellulline ?
amore..hai ragione, ma allora non la sento solo io questa
tremenda sensazione di truman show
il cielo senza riferimenti ti si appicca come vernidas
come una gelatina gigantesca e ti spalma addosso
strati e strati di sognooooooooo...
per fortuna che ci sono gli alberi e le nuvole che ci distanziano un pò,
datemi un appiglio e mi sollevo da questa sindrome di stendhal naturopatica...
...
dade ti va un gelato?
si va dal walter o da mastro gelataio?

...dal walter così facciamo il giro lungo...

radha 2 - pta 2

fine match

due granite melone e mandorla
altre tre km di pedalata
si torna a casa
ottanta scalini
salgo sul mio personale potala
e la bici è di nuovo in soffitta
ad uso di piccioni tortore gufi e pip(p)istrelli

meno male che stasera c'è la doppia puntata di squadra speciale cobra 11
....

lunedì 1 giugno 2009

allure


profumo da uomo,
è una di quelle etichette argentate
che si infilano nei magazine
a farmi compagnia questa mattina in metrò..
la cartina se la apri rimane aperta
e non si appiccica più
e il profumo risale...
ho un retino al posto degli occhi
e acchiappo i pensieri
spostando lo sguardo qua e là...
sono alla rinfusa
ma io vedo sento e so
il tessuto connettivo tra di loro,
e come pezzi di stoffa poi
non faccio che cucire una coperta...
la scrittura è allora una distesa colorata
ed io mi scopro e ricopro
mi appoggio e mi nascondo
utile...utilissima...
nice to meet you
e allora i fiordalisi che sono blu anche in città
insieme ai papaveri rossi in mezzo ai campi,
il cielo cela e mi ricorda il mio nascondermi
e le nuvole e le coperte e le lenzuola...
prima di uscire tiro un pò giù le tende arancioni
di fronte al sole nella parte silenziosa della casa..
e ricordo subito la mia cameretta tinta di arancione
in ordine dopo il passaggio denso della mamma:
adesso puoi tornare di là, ti ho anche disteso il tappeto...
e allora ricordo le letture infinite dopo la fine della scuola
prima di partire per il sud,
non era una vacanza ma un'abitudine
eppoi c'era la nonna e la luce bianca delle pietre
e c'erano i campi di grano
e c'era l'aia piena di gente che mangiava intorno alla tovaglia bianca
in riposo per poi tornare a trebbiare...
e allora mi ritrovo facile l'estate nelle tasche
anche se un pò stropicciata
come quel papapevo colto per gioia e
appassito fragile e docile...
mi ricordo più facilmente l'estate
gli inverni sono lunghi campi a maggese per me
il sogno diventa il blu scuro dell'acqua lontana dalla riva...
estate è anche quel viaggio a parigi
dove anche lì c'era dell'arancione addosso
e dove l'hotel costes faceva da scenografia ad un pomeriggio caldo...
non mi meraviglio mai quando affiorano i ricordi...
e come questi cambino ogni volta che li ricordi...
come parigi adesso che ci penso lì il cielo
azzurro sembrava sempre più gettato in sù che nel sud,
tutto così stirato verso l'alto...
per anni parigi è stata racchiusa nella saponetta di costes
rimasta nello zaino di canapa
ed è un profumo da uomo come quello di stamattina...
oggi il mio metrò ferma di sicuro anche a Les Halles...

venerdì 29 maggio 2009

scarpantibus

oggi scarpe azzurre

tecniche con laccetti e tiranti

morbide dentro come caramelle gommose

viaggio con i miei foglietti in tasca

oggi c'è una frase sulle illusioni che mi piace

parla del fatto che le illusioni non possono fare paura

perchè non sono vere, non sono reali

esistono solo come nostre proiezioni...

oggi scarpe azzurre

decisamente da camminare ovunque e comunque...

mi piace guardare le persone che camminano

mi piace vedere il ciacolare dei piedi in giro...

per esempio ho scoperto che se si mettono

come adesso delle scarpe leggere

si può usufruire del massaggio plantare offerto

dalle bolle della zona che precede la salita del metrò...

ahhahaha

oggi scarpe azzurre e per l'occasione anche il colore

degli occhi si schiarisce guardando il cielo...

olè

martedì 26 maggio 2009

fly up


eppòi vado a roma...
prendo il taxi, l'aereo, il taxi, il taxi e di nuovo l'aereo
eppòi il taxi e a casa...
vado e torno in giornata,
lato finestrino...
mi sto abituando al zompo del decollo,
alle cose che si rimpiccioliscono di botto,
alle onde che se è il mare calmo dall'alto non si vedono
mentre se è un pò mosso sembrano rughette bianche...
le case piccole e le macchine che sembrano cellule in movimento
al microscopio...
mi è sempre piaciuta questa cosa dell'aereo fin dal mio viaggio a parigi
quando il sole a luglio resisteva ancora a tramontare alle 10 di sera...
quando vado a roma per lavoro, roma non esiste
è più una serie di cartelli come su google maps,
una serie di location come dicono loro
che parlano un inglese misto, italiano solo per le congiunzioni...
ma io anche se vado a roma per lavoro
mantengo intatto il mio lato che chiamo di sogno,
e sfoco lo sguardo e rallento i movimenti
come una moviola sempre a disposizione
e guardo e sogno e mi lascio incantare
dai cambi di prospettiva...
gli uomini sono strani quando smettono di sognare
quando dimenticano di ricordare chi sono di notte nel sonno...
ma io li vedo senza la patina, li vedo per così dire decapati
come il legno a cui è stata tolta la vernice e fa vedere
le striature, il nodi
e le placche cribose (vecchie reminescenze universitarie di botanica eh eh)
lo dicono anche i restauratori che bisogna far respirare il legno prima di
rimetterlo in sesto..
ebbene a volte mi sembra proprio di vederle quelle benedette striature respiranti
degli umani...
eppòi mi guardo le mie e dico:
ce la possiamo farcela...eh eh

martedì 19 maggio 2009

tutto quello che...


adesso gioco a ce l'hai
è ben diverso da ci sei o ci fai
adesso gioco al gioco dell'oca
adesso faccio l'oca
adesso faccio qua
ma sono qui e là
che gioco è?
se tu non pensi a meeeeeeeeeeeeeeee

giovedì 14 maggio 2009

guarda un pò....



il terzo occhio...

no, il quarto...

asp...li conto meglio...

no, è il quinto...

va bè facciamo otto....

così il conto va a pari con le zampe...

mercoledì 13 maggio 2009

girogiro tondo




Tutto ciò che esiste comincia dal nulla ed esce dal vuoto
Lao Tse

giovedì 16 aprile 2009

qui qui e qui


tanto so che sono parole silenziose, le mie
la pioggia mi cade alle spalle
dove c'è la finestra che mi illumina la scrivania
tanto so che sono giorni silenziosi, e li adoro
che mi rallentano la scrittura sul blog e altrove...
qui intorno il mondo si agita nella confusione che
di solito e da sempre ma oggi di più abita gli umani...
e la terra si agita anche sotto i nostri piedi dove
da piccola mi dicevano sempre di atterrare
dopo la domanda fatidica: ma quando scendi dall'albero?
questa storia del web con tutte queste finestre che si aprono
le news e gli approfondimenti che ti piovono
da ogni direzione, da tutte le newsletter, da tutti gli iscriviti
per cui hai dovuto inventare una password e un username...
ed io mi riempio, assorbo tutto, mi ricordo di più e collego collego
incollo tutto in un risultato gigantesco:
dentro di me c'è un silenzio buono che sottende il tutto
un silenzio che smorza le domande e erade i perchè...
sorgono come stelle serali solo frotte di come, ecco è così...
forse è il momento buono per scendere dall'albero magico
che mi ha nutrito fino ad ora
insegnandomi a ramificarmi in ogni dove
a credere senza vedere
ad amare ad ogni costo la propria verità
a rendere conosciuto lo sconosciuto
a sapere che quello che c'è è reale
ma non è vero
e allora:
i pidocchi, il terremoto, il messo comunale, i precari, l'amianto
la sabbia nel cemento, la libertà di stampa, i banchieri, i conti fantasma,
il ponte sullo stretto, la rieducazione visiva,l'impegno politico, i down clown,
mi sono messa l'anello all'anulare di sinistra, ciao amore, mamma e papà,
dade, amori piccoli, le voci nuove, i triangoli definiti e quelli no, fra un pò parto,
jpeggy, le telefonate, chi ritorna, chi va via, i tag, le foto, le poesie, il ristorante
giapponese, i pomodori della mamma, il coro della butterflay, devo vestirmi di bianco,
dove ho messo le cuffiette, la mia macchina cappuccetto rosso, la bici color sangue di
san gennaro, ciao amico che stai male, agata e fabiola...e...
...
io non so come si riesca ad amare nella paura
ma in tempi come questi è il momento buono per impararlo
io non so come fa la musica di mozart a creare balzi quantici
ma in tempi come questi è importante insegnarlo
lo so sono i tempi migliori e i peggiori di tutti
ed io nel mio lento fluire silenzioso
non posso che decidere di amare,
amare perdutamente...

martedì 7 aprile 2009

upon

nuovo titolo in bibliografia:
"l'educazione sessuale ai tempi di vestro e postalmarket"
ed saltamadòs - 2009 milano
un saggio sull'infanzia negli anni '70 e sul rapporto
infantile con la lingerie maschile e femminile commercial populista
dei cataloghi anteweb giorni nostri, come risolvavamo i misteri
del corpo umano, allora.

venerdì 3 aprile 2009

bad in bed




edizione straodinariaaaaa!!

oggi è uscita la prima edizione del nuovo libro
"Bad in Bed"
milano 2009 ed. saltamadòs
è il primo libro noir dell'autrice radha belladonna 5 ch
si ispira da un lato all'adagio "le brave ragazze vanno in paradiso e le cattive dappertutto" ma
lo completa chiedendosi perchè poi gli uomini vanno sempre a finire lì...
in bed...
bed poi è pure una citazione colta, un'ispirazione coltissima ai bed- in di john lennon e yoko ono...
chi è il cattivo nel letto che scotta?
da qui il noir, perchè è un romanzo à rebour, cioè a ritroso,
parte con il rinvenimento del corpo di uno sconosciuto nel letto di una grande e famosa attrice che però c'ha l'alibi perchè al momento della morte stava recitando la replica di una riedizione in chiave butoh del minotauro.
bad perchè?
lo scoprirete leggendo il racconto con scenario una Milano assonnata (?) da bere, da mangiare, stile cinema - cenetta - bed?
l'amore uccide? era solo sesso?
solo per oggi: alle prime 10 prenotazioni in regalo un gadget very glam,
un pezzo del lenzuolo del letto del set del film che dall'omonimo libro si sta girando su giove
(berry è uno dei protagonisti nelle vesti del commissario lunonico incaricato delle indagini)
e naturalmente la dedica autenticata e vera che più vera non si può dell'autrice
sulla foto in retro di copertina in b/n con il dito indice appoggiato sulla guancia e la posa a tre quarti..

mercoledì 1 aprile 2009

haiku


sguardi sospesi intrecciano ombre
dietro bianche dita
intimità sussurrate respirano
nastri sciolti blu adesso

martedì 24 marzo 2009

libertà e pasticcini colorati


ore 8.50 esterno giorno
vento forte
nuvole cicciotte e parigine
il sole cha sbadiglia sui miei ricci,
oggi di nuovo come ieri
cambio scenario di colazione
stesso bar stalusso
mm cadorna
di cui sbaglio sempre il nome
parini e gattinoni
marini e pattinoni
gattini e parinoni
miào
no, adesso leggo lo scontrino:
pattini e marinoni
la calca è d'obbligo
scontrino alla cassa subito
un caffè e una brioche
prima la briosche e poi il caffè
seguo l'onda dei cappotti
seguo il luccicchìo degli occhiali glamour
delle signore scese dalle nord
forse vengono dal lago
forse anche da quei paesi che finiscono in "ago"
della provincia nord...
cornetto alla crema, please
bianco di zucchero a velo con la crema gialla
che spunta come una linguetta a metà...
so già che fra un pò al primo morso
sarò anch'io zuccherata in verticale,
borsa compresa...
i baristi tutti meccanicizzati
nella loro camicia con la cravatta grigio perla
infilata a metà dei bottoni,
il berretto bianco...
non ho ancora memorizzato i nomi
è come per l'adagio:
una sola notte di sesso non fa una relazione
almeno tre per iniziare
così sono solo alla seconda puntata
e non ho ben chiari i nomi...
c'è sicuramente un valter ed un guido
sembrano stranamente tutti nati con il uèla in bocca
nessuno è straniero tra gli addetti alla manovratura dei
caffè
lungo
corto
normale
del
cappuccio chiaro tiepido
con e senza il cacao
dell'orzo liscio...
come, mi dico, sono qui da cinque minuti e
neanche un marocco?
ah, meno male che hanno almeno chiesto un caffè in vetro...
sento cinquettare...
un passerotto è riuscito ad entrare
e nascondersi nel mare di briciole
nascoste sotto i tavolini
dove la colazione costa di più...
e poi svetta sul bordo in alto dove sono anche di giorno
nascoste le luci al neon accese...
bravo uccellino approfitta
di ciò che rimane del mio mondo di brioche
al puro burro e farina...
tutto sa di burro in questo bar
persino il buongiorno bella desideraaaa
mi piacciono quando passano con lo straccetto bagnato a togliere
i granelli di zucchero
i bordi strappati delle bustine,
le bustine,
bianche e di canna
i cerchi bagnati dei piattini
piccoli e grandi
di porcellana,
mi piacciono questi valter e guidi
che dividono in fretta le tazze e i cucchiaini
già lavati e da lavare...
ore 9.00 esterno giorno
vento burroso
scocca l'ora che volge al desìo
(si lo so che è quella del tramonto di dante
ma il taglia copia incolla vale anche per il ventodì di oggi)
vado a vedere partire dietro l'angolo
il treno che va a como lago,
quello con il pallino verde che oscilla sul tabellone...

mercoledì 18 marzo 2009

dialoghi


...vabbè se la seratina cena - lettone - tv non ti piace, posso sempre venire io...

...mi dispiace ma casa mia fa ancora parte ancora del progetto del CNR sullo studio delle condizioni umane in situazioni estreme, devo informarmi se posso importare alieni...

ah ho capito...invece del pavimento a casa tua ci sono i ponti tibetani...
ahhahahahhahahahhhhhhhhhah

lunedì 16 marzo 2009

e già che ci sei...


perchè sei qui radha?
perchè si!!!
perchè è il tempo migliore di tutti
perchè è il tempo peggiore di tutti
perchè non me lo sarei perso per nessuna ragione
perchè ho scelto di essere qui e ora
perchè posso essere in un corpo ed è cosi sensuale
perchè posso sentire le emozioni umane
perchè posso sentire il dolore e il suo struggimento
perchè posso sentire questa cosa chiamata amore tra una persona e l'altra
perchè posso accarezzare un cane, un gatto, il mondo intero
perchè posso respirare
perchè posso sognare
perchè posso cantare a squarciagola ed ascoltarmi
perchè è una cosa grande e grandiosa
che solo un creatore può fare...
perchè radha sei tornata?
perchè sì, perchè sì!!!

martedì 3 marzo 2009

appunti in viaggio e sermoni a voce alta


In greco àtomos significa indivisibile
Democrito intendeva definire una qualità della materia
e non si riferiva all'oggetto della materia stessa
àtomos è quindi un aggettivo e non un sostantivo.
A tentare di dividere l'atomo non abbiamo
fatto altro che confermare il nostro essere divisi
in realtà noi come l'atomo siamo indivisibili
e qualora l'uomo separi ciò che il divino ha unito
si crea tutto ciò che dipende da una separazione
guerre - dolore - caduta - paura - oblio - chiusura.
Il tentativo folle di recuperare la presunta mancanza di energia
dividendo l'atomo è un altro
frutto della nostra fondamentale incapacità
(perchè divisi e scissi al nostro interno)
di percepire come stanno e sono le cose.
Non manca l'energia nell'universo e/o sulla Terra,
manca la coscienza
manca la comprensione su come possiamo
usare la forza che tutto sottende
e che si esprime in infinite modalità
in quella che noi poi consideriamo l'unica realtà
ma che in realtà è solo il 4,7% di quello che c'è.
Abbiamo scelto di difendere una separazione,
abbiamo scelto di creare confini ed ulteriori separazioni,
abbiamo creduto che solo dividendoci saremmo stati più forti
abbiamo creduto a chi ci diceva che là fuori c'era il nemico
e quindi dovevamo far prima a chi unificava conquistava l'altro...
nel proprio delirio.
Impero di quà e impero di là e trallallero trallalà
più creavamo muraglie, fossati e torri
più in fondo ci allontanavamo dal vero, e col tempo
abbiamo anche perduto l'abilità di cercarlo
l'idea che ci fosse, non crediamo forse che è la funzione
che fa l'organo?
Se come scoperto utilizziamo (anche di questo) solo il 4% del nostro cervello
cosa ce ne facciamo di un testone così sul collo, per mantenere separate le orecchie?
E nessun sospetto rispetto all'incapacità della nostra percezione,
nessun dubbio sul fatto che quello che vediamo con gli occhi
lo percepiamo solo alla velocità della luce
i nostri occhi sono tarati ad una frequenza non a tutte,
ci sfugge ripeto almeno, se non di più, del 90% di quello che
vediamo con gli occhi
tutto quello che c'è di più lento e di più veloce
tutto quello che c'è oltre il dentro e oltre il fuori
noi lo percepiamo solo alla velocità della luce
e ci siamo coì affezionati a questa taratura
che abbiamo fatto convergere lì tutta la nostra fisica.
Davvero, a questo punto,
non abbiamo più bisogno di cercare fonti alternative fuori di noi
più di quanto ne abbiamo di cercarle dentro di noi
dove ancora siamo uniti al TUTTO
dove c'è ancora aperta e disponibile
la possibilità di accedere al VERO,
e vero è chi vero lo fa...

ahahhahahhhhhhaaaaa

venerdì 27 febbraio 2009

pensieri a zonzo


con un maestro così come ci si fa a perdersi???

uno


uno prima o poi non può non provare
almeno una volta a rimetterci la faccia...
e quindi in un senso o nell'altro
affacciamoci...

giovedì 26 febbraio 2009

dìmmi perchè?


quando non si sanno dire le domande
non si è capaci che dire
perché,
perchè è successo? perchè mi ha fatto questo?
perchè? perchè? perchè?
il che è perfettamente inutile nel fare e per il fare...
e al fare io ci sono proprio affezionata...
il fare è poetico
tremendamente geniale e amorevole
la risposta del perchè? è solo perché si!!
l'arte del farsi le domande è una conquista dello spirito
va bene così
va bene così
va bene così
il perchè sì dipende dal fatto che le cose ormai avvenute,
non si possono cambiare
io posso solo cambiare me
e soprattutto la mia modalità di vedere ed intenzionare il mondo
non posso cambiare gli altri
e soprattutto non posso cambiare il mondo...
come è possibile cambiare ciò che è fuori di me
se questo non è che un mio riflesso
un riflesso del mio modo di essere e pensare...
mondo, altri, cose, non fanno che riflettere noi istantaneamente
e continuamente...
non si possono cambiare i riflessi ma chi riflette
eh eh
è più efficace riflettere su chi riflette
è più efficace per me riflettere su io che rifletto
ah ah
e alla fine farsi una risata per il risultato
che è sempre geniale...
ah ahahahahaaaaaaaaaaa

giovedì 19 febbraio 2009

ali ali ali e sguardi di volo


penso penso che gli uomini che migrano sono come gli uccelli
in cerca dei cieli più dolci di quelli che hanno abituato i loro sguardi da bambini
penso penso alla tristezza di cui si rivestono
per lasciare dietro di sè in ostaggio della loro origine, della loro miseria le persone che hanno imparato ad amare di più nella vita...
penso penso che anche se grandi e grossi, anche loro hanno paura del mare
che li inghiotta come pinocchi troppo cresciuti...
penso penso al bruciarsi di ogni possibilità
nel vendersi il futuro e il tutto per tutto...
penso penso ai loro sogni sconnessi
come quelli di bambini disperati che non ricordano più le fiabe a lieto fine...
penso penso alla gente dell'isola a sentinella del nostro mondo
penso a lampedusa
a questo sasso, a questa briciola di terra rosa e gialla
che aspetta il giro nuovo delle onde che appoggiano lì sulle spiagge
i nuovi uccelli uomo
dalle ali spezzate e il cuore a brandelli...
penso penso che solo questi indigeni sanno che l'isola
non è che un sasso, senza orizzonte davanti
e che possono condividere con gli uomini uccello tutta la loro solitudine,
di viaggiatori e sognatori,
perchè anche loro non sono che
uomini uccello del passato
che hanno semplicemente imparato prima di loro a fare il nido negli anfratti
quando erano stati gettati lì, come antifascisti o mafiosi,
con un nome diverso ma la distanza dal confine uguale...
e noi, e noi non cerchiamo che di ricopiare i loro nomi,
per appiccicarli alle facce buie
senza l'idea di identità, senza la rima con abitare la libertà,
con il volare altrove...
perchè ci basta davvero solo come etichetta
che cancella la memoria dei nostri nonni e dei nostri avi
dalle ali di cartone e gli spaghetti in tasca...
ma perchè non inventiamo il codice a barre per la carne umana
per una migliore rintracciabilità di filiera
così quando li inscatoliamo con tanto di scocc marrone
per rispedirli indietro come merce avariata
avremmo almeno imparato il loro viaggio,
i tragitti dei loro sogni infranti...
a noi non importa della loro disperazione, davvero...
noi siamo qui, nei nostri bei confini,
fatti di canali satellitari e frequenze di digitale terrestre
fatti di suv, di compratuttoapiccolerate, fuori tutto saldi al 70%...
penso e ripenso che dalla Luna i confini sulla Terra
continuano a non vedersi
e penso penso che gli uccelli per imparare la vita
sono stati almeno un pò sulla Luna a guardare il cielo
come sapeva chiamare il suo nome all'infinito
ah!!!

mercoledì 18 febbraio 2009

acqua e fiori che volano



...questi mazzi di fiori che partono
alla ricerca di un cuore
e non trovano che un vaso.

Romain Gary - Biglietto scaduto

stamattina
presto
mi alzo
e
sperimento piedi nudi su balcone ore 6,30 del mattino
mi accorgo che con il vento di questi giorni
era volato un pò tutto
la tenda verdetendadabalcone
penzolava con l'aria da dirmi
ancora un pò, mi manca solo un gancio, mi stacco e te saluti
la pianta grasssssa con le spine dure mi guardava a testa in giù
con l'aria da dirmi
'azz mi guardi...tirami su che son grassssa e non ce la faccio
e mi si vedono tutte le radiciiii
io ero uscita solo per trovare un posto al vasetto di primule gialle
che avevo adottato la sera prima -
e che avevo scoperto profumare -
come delle primule gialle appunto -
anche se prima di saperlo -
e di riavermi dallo stupore -
perchè non sapevo del profumo delle primule in generale -
e delle primule gialle in particolare -
mi sono fatta tutto il cortile lungo un bel pò -
con il vasetto appiccicato sotto il naso -
il che non mi riusciva neanche di salutare i vicini -
che incontravo -
tra cui un signore:
che faceva il pilota di biplani -
che c'ha la stufa anche col il riscaldamento centralizzato
che è cintura nera di karate
che suona con l'orecchio
ed ha partecipato a x factor
insomma:
sposto la tenda
tiro su la grassa
sistemo le gialle
recupero quello che rimane dei piedi congelati
mi ficco nel letto piumonizzato per ritrovare una temperatura
corporea superiore almeno ai 36 gradi celsius
mi alleno alla specialità imparo anch'io a dormire anche solo cinque minuti
mi alzo, stivali, evvia.

il post per Berry


ma come fai?
ma come ti vengono?
...
quando leggo i post
de il mio allenatore di parole
sono le prime banalissime cose che mi vengono in mente...
ah aha ahahaaaa
l'unica, per ora, spiegazione che mi sono data è stata...
..ma con tutte le volte che l'hanno mandato a quel paese

qualcosa deve avere imparato anche lui, no?
a ri-ah aha ahahaaaa

martedì 17 febbraio 2009

avatar


a me piace camminare,
e cammino
cammino
sempre,
ho persino un lavoro
che mi fa camminare
girogiro girotondo...
eh eh
e c'è certamente qualcosa che mi rende
stabile nel camminare,
come umore
come percezione
come vuoto,
un vuoto stabile,
buono e giusto...
è un compito facile
vado avanti,
a zig zag,
anche come un gambero mi riesce bene,
eppoi la Terra è rotonda e al limite
a furia di andare avanti
mi ritroverò al punto di partenza...
perdersi è un'altra faccenda...
eh eh
eppoi eppoi vado incontro alle cose
e lascio le cose venirmi incontro,
scorro sotto il cielo come per fargli
solletico
(sì il mio cielo è sempre a contatto dei capelli
e i miei capelli guardano ogni giorno di più verso l'alto)
un continuo di attraversamenti,
io entro in cornici di
cose alberi nuvole e persone
sguardi polvere e luci
e tocchi e ritocchi cuori che battono, pulsano
respiri che entrano e si allontanano
linfe che scorrono e qualcosa che tenta sempre di prendere il volo...
più che trasparente
attraversabile,
anche i miei pensieri attraversano
anche io sono attraversabile
e ciò che entra lascia tracce come sul bagnasciuga
un'altra onda e tutto si trasforma...
eh eh

giovedì 12 febbraio 2009

azzeramenti


finisco un'equazione
scopro le operazioni
dell'ultima parentesi...
- 1 + 1 = 0
uào...
che bella sensazione
lo zero
eppòi uno non pensa...
nello zero si azzera anche il pensiero
che non è male, il pensiero
ma adesso non serve, nello zero
il pensiero, non serve
a che serve? a niente...
ecco perchè, serve per niente,
per arrivare al niente, allo zero appunto...
ogni tanto ogni spesso, ogni sempre insomma, ci ritorno
a questo zero...
-1 + 1 = 0
uào ancora la stessa sensazione...
anche se dovrei dire senza/azione eh eh
lo zero appunto, cioè il punto di equilibrio di bilico..
senza azione e quindi...
e quindi, niente...
oh finalmente questo è successo!!
cioè il successo del niente!!
il più grande successo è essere felici per niente!!
senza motivo, senza risultato
-1 + 1 = 0
appunto
appunto
ppunto
unto
nto
to
o
OH!!!

lunedì 9 febbraio 2009

chiaroscuro


occhi azzurri i tuoi
che abbracciano
la pioggia e i baci...
occhi verdi i miei
che assaggiano
l'acqua scura
che vibra lenta
sotto i passi nostri intrecciati
nascondendo le nuvole...
linfe sottili
anche oggi
ad aspettare il sole...

(foto di lucky)

venerdì 6 febbraio 2009

lunedì 2 febbraio 2009

ti racconto...

ti racconto
i miei piccoli piaceri...
delle scarpette rosse sul davanzale mentre fuori piove...
teli bianchi che fanno la ola sugli abbaini...
mordicchiarmi l'unghia dell'indice destro...
...e anche una bollicina di sapone che vola tra le auto
al semaforo sotto la pioggianeve...
eh eh

venerdì 30 gennaio 2009

ho visto cose che voi umani


trama:

un'ospite inatteso impara a suonare il tamburo perchè diventato the millionaire non aveva più un granchè da fare,
ma non gli piaceva pensare che la felicità porta fortuna semplicemente perchè chi l'ha raccontata 'sta storia l'ha detta proprio male, allora decise di parlare con sua figlia stella che voleva sapere come mai nel frattempo era diventato uno yes man.
chiaro, no?

giovedì 22 gennaio 2009

oggi ma ancora e allora


E' un pò che esco di casa quasi di nascosto
mi infilo nei vicoli di pietra con la porta chiusa piano alle spalle
il bavero alzato intorno alla sciarpa rossa
sembra nascondere ben più del mio viso
come un complice
accondiscendente e silenzioso
che sa velare le mie intenzioni ed imploderle dentro...
chi mi aspetta spera nel mio silenzio a sgusciare dentro
fin sopra in mansarda
fin dove il soffitto è stato colorato di celeste,
chi mi aspetta sa che arrivo
arruffata e leggera come al solito,
vuota e strana come le mani che tentano di bere alla fontana...
vedo il letto, confina a spanne con una grande finestra sul buio,
anche il copriletto è azzurro
e ancora di più lo diventano le mie invenzioni...
so che è solo questo il tempo delle fughe reciproche
dei non ritorni
degli orfei e delle statue di sale...
mi spoglio e non desidero nulla,
mi guardo affondare nel calore buono di un altro corpo
e sento
quanto sia facile domare il pensiero
quanto sia docile aprirsi al cuore
quanto sia inutile resistere alle stelle...

lunedì 12 gennaio 2009

la luna sul cruscotto


parto con la macchina ancora glassata dal gelo
sono tranquilla, musica e riscaldamento
sciolgono il di più per schiarirsi la vista..
in fondo, se fosse così facile vedere chiaro nella mente come sul parabrezza,
quando pioggia e polvere e nebbia si diradano..
girerei con i tergiscristalli sempre accesi..
tanto tra i ricci...
torno a casa sotto il velo di una luna 99% of full
che si riflette sul cruscotto
rimbalzando sulle nuvole a chiazze e sui miei perchè,
addormentati sul sedile di dietro come bambini...
sorrido perchè la vita a volte è semplice
io sono al sicuro,
qui dentro con me,
ma sembra che lì fuori, sempre di più, gli uomini
scelgono la guerra per noia
o perchè si sono persi
e non hanno null'altro da fare che sciogliersi nel sangue...
amor che nullo amato amar perdona...
e uno si stupisce di più quando è amato...
non le sapevo le parole giuste, prima
e mi sarebbe piaciuto dire
ehi tu vendi troppo e io compro poco
cambiamo strada finchè c'è il giorno...

...
alla fine non rinuncio mai, quando parto,
a far finta d'iniziare un lungo viaggio,
come quelli inventati su google maps che facevo per superare il confine,
come quelli invitati a cui ho dovuto dire di no
(perchè so rimandare ai giorni caldi, perchè mi necessita la solita rincorsa)
ed in fondo me lo posso permettere,
si viaggia facile con i nastri a favor di vento...
eh eh
cappuccetto rosso è docile e mi fa sentire lontana da tutto,
l'autostrada scorre come un tapis roulant
e i pensieri che nascono con gli occhi aperti diventano subito puri,
densi e docili a sciogliersi nel cuore come scaglie di nero fondente...
battiato, vecchioni, de andrè
si prestano bene per ripetere a squarciagola le canzoni,
per mettere i cassetti in ordine...
tanto se non riesco a stare dietro alle parole
riprendo dall'inizio la canzone,
l'importante è saper distinguere tra rimorsi e rimpianti,
tra verità ed interpretazioni
giusto per farsi due conti
giusto per avere in tasca ogni volta gli spiccioli per il caffè...
olè

mercoledì 7 gennaio 2009

filamenti


niente scarpe gialle...
oggi...
prendo quelle rosa, morbide,
ideali per sentire il filo, sotto...
eggià il filo...
quando si inizia un pò ci si appende,
come per tirare il fiato, dallo scorrere,
ma si sa che si sceglie subito il limite di fronte a sè...
prima si cade, prima ci si rialza,
le parole sembrano dure,
ma lo sguardo è sempre dolce,
gli occhi del tuo maestro sanno parlare,
bastano per acchiapparti quando credi che non c'è più ritorno,
quando temi che il cielo non ti voglia più...
eh eh...
e non si comprende all'istante questa fragilità che ci piomba verso terra,
ma i muscoli imparano subito a tenere stretto il bilico
perchè poi si arriva ad appoggiarsi dolci, piano piano,
scoprendo l'incertezza e lo stare qui e ora...
e perchè poi nulla resiste del proprio presente,
lì davanti,
lo sguardo verso un punto lontano diventa non più necessario da raggiungere...
eh eh, non si tratta di cadere ma di volare,
di spiegarsi,
sopra e dentro se stessi...
il camminare sospesi è un ricordo costante al sogno,
e la vera natura notturna che apre lo sguardo alla luce con quel lento evaporare sul filo,
e accompagna i passi...
e solo davvero adesso che le parole si sciolgono, si zittiscono aprendo la strada al silenzio...
passato e futuro sostengono l'ondeggiare a destra e a sinistra...
è un cullarsi più che un dondolare
è un appoggiarsi più che un atterrare...
il bilico che insegna il respiro, indaga il tatto, sorprende il silenzio,
che da quel momento abita dentro di sè,
esce e poi rientra come qualcuno che sa dov'è casa...
eh eh
ho imparato quel senza tutto e senza niente appoggiata al filo,
ho imparato ad ascoltare la tensione che tiene i passi uno dietro l'altro
zampettanti come angeli sulla neve...
...
lo devo dire al mio nuovo amico dagli occhi fluidi
lo devo dire al mio allenatore di parole
perchè va bene,
perchè lui sa...
eh eh