giovedì 16 aprile 2009

qui qui e qui


tanto so che sono parole silenziose, le mie
la pioggia mi cade alle spalle
dove c'è la finestra che mi illumina la scrivania
tanto so che sono giorni silenziosi, e li adoro
che mi rallentano la scrittura sul blog e altrove...
qui intorno il mondo si agita nella confusione che
di solito e da sempre ma oggi di più abita gli umani...
e la terra si agita anche sotto i nostri piedi dove
da piccola mi dicevano sempre di atterrare
dopo la domanda fatidica: ma quando scendi dall'albero?
questa storia del web con tutte queste finestre che si aprono
le news e gli approfondimenti che ti piovono
da ogni direzione, da tutte le newsletter, da tutti gli iscriviti
per cui hai dovuto inventare una password e un username...
ed io mi riempio, assorbo tutto, mi ricordo di più e collego collego
incollo tutto in un risultato gigantesco:
dentro di me c'è un silenzio buono che sottende il tutto
un silenzio che smorza le domande e erade i perchè...
sorgono come stelle serali solo frotte di come, ecco è così...
forse è il momento buono per scendere dall'albero magico
che mi ha nutrito fino ad ora
insegnandomi a ramificarmi in ogni dove
a credere senza vedere
ad amare ad ogni costo la propria verità
a rendere conosciuto lo sconosciuto
a sapere che quello che c'è è reale
ma non è vero
e allora:
i pidocchi, il terremoto, il messo comunale, i precari, l'amianto
la sabbia nel cemento, la libertà di stampa, i banchieri, i conti fantasma,
il ponte sullo stretto, la rieducazione visiva,l'impegno politico, i down clown,
mi sono messa l'anello all'anulare di sinistra, ciao amore, mamma e papà,
dade, amori piccoli, le voci nuove, i triangoli definiti e quelli no, fra un pò parto,
jpeggy, le telefonate, chi ritorna, chi va via, i tag, le foto, le poesie, il ristorante
giapponese, i pomodori della mamma, il coro della butterflay, devo vestirmi di bianco,
dove ho messo le cuffiette, la mia macchina cappuccetto rosso, la bici color sangue di
san gennaro, ciao amico che stai male, agata e fabiola...e...
...
io non so come si riesca ad amare nella paura
ma in tempi come questi è il momento buono per impararlo
io non so come fa la musica di mozart a creare balzi quantici
ma in tempi come questi è importante insegnarlo
lo so sono i tempi migliori e i peggiori di tutti
ed io nel mio lento fluire silenzioso
non posso che decidere di amare,
amare perdutamente...

4 commenti:

Caty ha detto...

...al centro dell' uragano dicono ci sia la calma totale ...perchè rinunciare al proprio essere ??

lieve si posa piccola goccia di pioggia ,
scivola silenziosa e ricorda
quanto trasparente
sia la verìtà..

JANAS ha detto...

amare perdutamente....
ovvero perdersi nell'amore ..
o trovarsi?
amare trovandosimassimamente...
si dovrebbe...
o prima è necessario perdersi?
sono in uno stato d'inquietudine...tu invece sei in_quiete ovvero dentro la quiete?

Anonimo ha detto...

Cazzo, ma come fai? io invece in questi tempi migliori perchè peggiori mi sento squartato e devo urlare e fare delle cose e correre a perdifiato con la paura che mi spinge per me per i miei figli e i figli dei miei figli e non riesco a trovare un centro ma mille ferite che devo correre a tamponare e milla spade che devo fermare tutte assieme comtemporaneamente in un universo che non capisco ma che devo difendere assolutamente non so perchè ma è come se l'avessi inciso dentro questo compito o programma o codice o sorgente .
... e quando ogni tanto chissaperchè mi capita la sfiga di fermarmi mi manca il fiato, ho una specie di vertigine e gli occhi mi si riempiono di lacrime

Marco

davmo ha detto...

e no
le tue non sono
parole silenziose
che io le ascolto sempre