mercoledì 7 gennaio 2009

filamenti


niente scarpe gialle...
oggi...
prendo quelle rosa, morbide,
ideali per sentire il filo, sotto...
eggià il filo...
quando si inizia un pò ci si appende,
come per tirare il fiato, dallo scorrere,
ma si sa che si sceglie subito il limite di fronte a sè...
prima si cade, prima ci si rialza,
le parole sembrano dure,
ma lo sguardo è sempre dolce,
gli occhi del tuo maestro sanno parlare,
bastano per acchiapparti quando credi che non c'è più ritorno,
quando temi che il cielo non ti voglia più...
eh eh...
e non si comprende all'istante questa fragilità che ci piomba verso terra,
ma i muscoli imparano subito a tenere stretto il bilico
perchè poi si arriva ad appoggiarsi dolci, piano piano,
scoprendo l'incertezza e lo stare qui e ora...
e perchè poi nulla resiste del proprio presente,
lì davanti,
lo sguardo verso un punto lontano diventa non più necessario da raggiungere...
eh eh, non si tratta di cadere ma di volare,
di spiegarsi,
sopra e dentro se stessi...
il camminare sospesi è un ricordo costante al sogno,
e la vera natura notturna che apre lo sguardo alla luce con quel lento evaporare sul filo,
e accompagna i passi...
e solo davvero adesso che le parole si sciolgono, si zittiscono aprendo la strada al silenzio...
passato e futuro sostengono l'ondeggiare a destra e a sinistra...
è un cullarsi più che un dondolare
è un appoggiarsi più che un atterrare...
il bilico che insegna il respiro, indaga il tatto, sorprende il silenzio,
che da quel momento abita dentro di sè,
esce e poi rientra come qualcuno che sa dov'è casa...
eh eh
ho imparato quel senza tutto e senza niente appoggiata al filo,
ho imparato ad ascoltare la tensione che tiene i passi uno dietro l'altro
zampettanti come angeli sulla neve...
...
lo devo dire al mio nuovo amico dagli occhi fluidi
lo devo dire al mio allenatore di parole
perchè va bene,
perchè lui sa...
eh eh

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Le scarpe gialle ti stanno bene, ma anche quelle rosa!
Ma il silenzio è rosa?

radha ha detto...

il silenzio diventa rosa
quando ricorda...eh eh

Anonimo ha detto...

eggià, il filo e determinante!

Olaf