giovedì 19 febbraio 2009

ali ali ali e sguardi di volo


penso penso che gli uomini che migrano sono come gli uccelli
in cerca dei cieli più dolci di quelli che hanno abituato i loro sguardi da bambini
penso penso alla tristezza di cui si rivestono
per lasciare dietro di sè in ostaggio della loro origine, della loro miseria le persone che hanno imparato ad amare di più nella vita...
penso penso che anche se grandi e grossi, anche loro hanno paura del mare
che li inghiotta come pinocchi troppo cresciuti...
penso penso al bruciarsi di ogni possibilità
nel vendersi il futuro e il tutto per tutto...
penso penso ai loro sogni sconnessi
come quelli di bambini disperati che non ricordano più le fiabe a lieto fine...
penso penso alla gente dell'isola a sentinella del nostro mondo
penso a lampedusa
a questo sasso, a questa briciola di terra rosa e gialla
che aspetta il giro nuovo delle onde che appoggiano lì sulle spiagge
i nuovi uccelli uomo
dalle ali spezzate e il cuore a brandelli...
penso penso che solo questi indigeni sanno che l'isola
non è che un sasso, senza orizzonte davanti
e che possono condividere con gli uomini uccello tutta la loro solitudine,
di viaggiatori e sognatori,
perchè anche loro non sono che
uomini uccello del passato
che hanno semplicemente imparato prima di loro a fare il nido negli anfratti
quando erano stati gettati lì, come antifascisti o mafiosi,
con un nome diverso ma la distanza dal confine uguale...
e noi, e noi non cerchiamo che di ricopiare i loro nomi,
per appiccicarli alle facce buie
senza l'idea di identità, senza la rima con abitare la libertà,
con il volare altrove...
perchè ci basta davvero solo come etichetta
che cancella la memoria dei nostri nonni e dei nostri avi
dalle ali di cartone e gli spaghetti in tasca...
ma perchè non inventiamo il codice a barre per la carne umana
per una migliore rintracciabilità di filiera
così quando li inscatoliamo con tanto di scocc marrone
per rispedirli indietro come merce avariata
avremmo almeno imparato il loro viaggio,
i tragitti dei loro sogni infranti...
a noi non importa della loro disperazione, davvero...
noi siamo qui, nei nostri bei confini,
fatti di canali satellitari e frequenze di digitale terrestre
fatti di suv, di compratuttoapiccolerate, fuori tutto saldi al 70%...
penso e ripenso che dalla Luna i confini sulla Terra
continuano a non vedersi
e penso penso che gli uccelli per imparare la vita
sono stati almeno un pò sulla Luna a guardare il cielo
come sapeva chiamare il suo nome all'infinito
ah!!!

2 commenti:

Caty ha detto...

Francesco De Gregori - La storia -

JANAS ha detto...

penso ...penso che questo sia un post meraviglioso..che guarda caso..fa pensare!! :)