venerdì 4 dicembre 2009

l'uomo dei cachi che volano


cielo color caco
sulla mia strada
pure le stradine laterali
si riflettono nell'arancione...
pensieri arancioni
sogni arancioni
come quelli che facevo nella cameretta
della mia infanzia
di un arancione fortissimo
come se fossi cresciuta in mezzo
a un delirio di aranciata
e ancora mi ritrovo l'arancione nelle tasche
che richiama tutti i colori
da spalamare sulle facce
sulla pelle di camaleonte...
mi piacerebbe saper raccontare
una storia con un omino che per essere
decide di fare il venditore di cachi...
quelli morbidi di arancione scuro
quelli vaniglia arancione chiaro con i semi
lucidi e marroni
e quelli mela arancione a metà
tra lo scuro e il chiaro...
io un uomo dei cachi l'ho conosciuto
davvero, non li vendeva ma
ne parlava spesso
soprattutto quando si avvicinava l'autunno
rosso degli aceri accesi
soprattutto quando tornavo
dal luogo dei faggi dietro i cancelli dell'ospedale...
quasi all'ora del tramonto
come oggi con cielo stracciato di arancione..
e mi raccontava della struggente nostalgia
che i cachi gli portavano
ogni caco un pezzo di racconto
ogni racconto un caco che veniva con delicatezza mangiato...
nostralgia o malinconia non so,
per qualcosa di perduto e che non veniva mai in mente
ma aveva a che fare con il suo essere bambino di allora
dove era facile confondere
l'albero di natale con quello senza foglie
arancione dai cachi appesi,
un uomo insomma che annegava nella struggente
dolcezza del caco, nella sua morbida materia
per ritrovare quell'amore perduto
per quello che sciogliendosi
colmava tutta la poesia del cuore...
ah con questo cielo chissà se...

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