venerdì 25 settembre 2009

unoesessanta

sono alta 1,60
al mattino un pò di più
la notte mi allunga,
alla sera un pò di meno,
la gravità,
le foglie che cadono...
almeno fino a che non mi faccio una doccia
e mi stiracchio un pò...
due piedi
due braccia
due gambe
due tette
due occhi
in mezzo a due orecchie
che sostengono un cervello
e soprattutto si distanziano dall'ippocampo
(!?)
sono umana
a volte umanoide
sub o iper o super all'occorrenza,
dimentico per ricordare,
amo per non perdermi,
una cosa la so,
sono alta 1,60 e
quando sono seduta,
essendo le sedie pubbliche tarate almeno sull'1.65,
hanno una loro ergonomia interiore,
tarate sulle sagome degli omini dei progetti di architettura,
non tocco con i piedi per terra,
io non sono ergonomica,
solo un po' autistica,
diprassica e simbolica
seguite da altre ica in fila indiana...
e simbolicamente qualche volta,
praticamente quasi sempre,
in tram,
sulla panchina del parco,
nei ristoranti
nei fast food
nei teatri nei cinema e
negli studi di medici,
di avvocati e notai,
dal commercialista,
dove per forza non ci siano sedie
all'altezza asilo montessori...
io non tocco con i piedi per terra...
vedo i piedi con il muso all'ingiù che sfiorano orgogliosi e fieri,
il suolo del pianeta Terra,
almeno loro senza sensi di colpa,
ma la pianta del piede no,
nemmeno mai il tallone...
e la tentazione è allora quella di mettere le gambe
in su, incrociate all'orientale,
che dopo anni di meditazione e di ripiegamenti su me stessa a contemplare
mi viene facile,
soprattutto più comodo che vedere penzolare i piedi nel vuoto...
per questo motivo a volte
il mio sedermi diventa sghembo
obliquo
scivolo col il sedere in avanti
mi affloscio come una virgola,
una parentesi venuta male...
ma per di più mi siedo sul bordo delle sedie
mi bilichizzo in un appoggio incerto...
l'altro giorno nel parco strafigo della city
ci ho provato,
con le mie scarpe bianche a strisce argento,
stavo leggendo,
di come scollegare la propria rete neurale (!?),
la panchina sverniciata e opaca di legno era anche
piuttosto comoda con le gambe incrociate sulle cosce,
ma è venuto un omino,
che già a distanza con la testa ciondolante mi faceva di no:

no, signorina non si può,
non si può mettere le scarpe sulle panchine
signorina non si deve,
anzi se proprio deve fare qualcosa
si adatti al decoro urbano...
ma non si guarda in giro, non vede cosa stanno costruendo,
non vede il grattacielo sguincio con i vetri verdini
che incombe sulla panchina dove sommariamente lei è seduta
e generosamente offerta dal progresso...
si contenga signorina e accetti il ciondolare
delle sue gambette nel vuoto
accetti di figurare in questo scenario
come un pupazzetto in un diorama...
stia lì composta con il suo yogurthino
con la sua schiscetta di frutta...
e non mi guardi così, quasi che fossi solo una sua allucinazione..
no, signorina non si può, non si deve fare...

sono alta 1,60 e dell'incerto ho fatto un orizzonte,
una solida striscia di percezione,
dell'appoggiarmi in bilico sul mondo
ne ho fatto un vanto,
una preghiera silenziosa di cambiamento,
di estasi deliranti nell'attraversamento di soglie,
di universi paralleli e oltre...

unoesessanta, il bordo della mia rincorsa al salto....
ahahahahaha

lunedì 21 settembre 2009

in posizione fetale


grande esercizio l'uso delle parole...
adesso mi ritrovo a testa in giù
come l'appeso dei tarocchi,
come in posizione fetale
mi manca poco per nascere
dico, mi preparo al salto,
penso, prima o poi passo di qui...
è un grandaffare danno le parole, alla mente, dico,
perchè corrono dietro ai pensieri con il fiatone
eppoi riescono si e no a dire qualcosa...
ma quando avviene però questo racconto, questo dire...
insomma per me c'è davvero l'estasi...
insomma non è che serve essere particolarmente sensibili
basterebbe essere umani...accesi...non dico illuminati...accesi...
come una candela, come una lucciola...
ma sì come una stella vista da lontano...
a testa in giù, con le gambe per aria e i piedi che toccano il cielo,
le parole sembrano più vicine, più facilmente acchiappabili,
forse perchè il pensieri si appoggiano tutti in testa,
scivolano in giù, o in su come si preferisce...
forse perchè le parole nascono dalla terra come le carote e le cipolle,
forse perchè io ci vedo meglio a testa in giù...
oltre alle parole in quella posizione riesco a vedere meglio gli altri...
ce ne sono molti in realtà che sembrano in piedi con la testa in aria e che
invece sono a testa in giù come me...
e allora scatta il sorriso di complicità
e allora si gioca a scambiarsi i biglietti di viaggio...
non servono neanche le frasi di circostanza..tipo come va?
tutto bene?
in quella posizione va tutto bene per forza...
ecco il perchè, credo, di tutto quel fascino degli antipodi che avevano gli antichi
(quali antichi?)...ma sì, gli antichi e basta...
in realtà poi uno finisce per pensare che il cambiamento inizi con l'essere
con la testa sottosopra
in posizione fetale
a testa in giù,
con il bozzolo e tutto quanto,
con il desiderio dell'essere crisalide
con la rassicurante bruchità assoluta...
eppoi, eppoi mi spiego...

mercoledì 16 settembre 2009

grigio tonale


cielo plumbeo oggi
e piove,
le nuvole basse che corrono
e la pioggia che corre con me
in questi giorni di acqua
la sera quando rientro a casa,
tra le pozzanghere e la radio accesa
e la mattina quando faccio dentro e fuori
dalle bocche nei marciapiedi della metrò...
bello il grigio,
in fondo non mi dispiace
questa vita in mezzo tra bianco e nero
il dignitoso bilico dei non colori...
i miei occhi verde azzurri mi colorano
comunque il mondo...
ehehhhe
eppòi vedo ascolto e annuso come non mai,
come non mai
e come una sensazione nuova
percepisco il vantaggio di stare qui e ora
come uno stupore definito
quacosa che tocco con le punte delle dita
qualcosa che è oggetto da stringere
e da assaggiare
sì, assaggio il tempo presente...
una bella cosa...
e la ricerca che si fa densa....dentro...
prima e poi,
mi fermerò in un angolo qualsiasi di questa città grigia,
mi fermerò a guardare ascoltare ed annusare
tutto ma anche
la gente che passa
che mi farà il conto dei fotogrammi di realtà
che riuscirò a percepire, a ricordare...
vedo pezzi di me ovunque
vedo in fondo solo quello che conosco bene...
un altro vantaggio...
quello che so lo metto dietro alle spalle
come il kway quando vai in montagna anche con il sole,
non si sa mai,
quello che so lo dimentico,
punto dritta, avanti...
e mi ricordo
solo di respirare
di amare e
di stare qui...
ancora un pò....

martedì 1 settembre 2009

come dire tutto bene


come dire...tutto bene...
seguo la luna e la luna segue me...
un'estate di luna
lunatica e lunosa
sullo sfondo rosa della camargue
dall'aria spugnosa e piena di toni di azzurro lilla e indaco...
una luna che si appoggia ai baci appoggiati ad un portico sugli ulivi
e una luna che mi segue nelle rincorse e nelle attese...
e io che so adesso aspettare più di prima,
perchè il non tempo a spirale mi tiene occupata nel sogno
chiudo gli occhi e vibro leggera, aliforme mi spiego
tra il papavero e la falena
tra l'alga bruna e la nuvola grossa...
luna e sogno
la banalità che inseguo
la patetica ripetizione del normale...
ahahahah
e adesso che so leggere dentro di me quelle tracce
che da anni come promemoria dimenticati tengo dentro
e adesso che so raccontare le storie e le facezie
del buio e della luce
e adesso proprio adesso prendo di nuovo lo zaino
che non ho sfatto del tutto
e prendo i sacchi a pelo e i materassini autogonfianti
e prendo tutto e riparto,
il mare, l'amore denso della vita incontro...
yeah
hai capito, no?