giovedì 30 luglio 2009

pronti via!

tolgo le macchie dal pavimento
preparo il tutto perchè in mia assenza
per la polvere ci sia un nuovo spazio
stiamo partendo...
fra poche ore una delle mie rincorse diventerà viaggio,
oserei dire abbraccio...
cappuccetto rosso è carica
ma abbastanza vuota da lasciare spazio al sogno...
non so cosa troveremo
non so il colore nuovo che il mio orizzonte prenderà
il segno che lasceranno i vestiti
quando mi aprirò gli occhi al sole, al cielo e alla pianura liquida ...
so soltanto che mi sposterò un pò più in là
dove il bordo del mondo segna la terra diversa dal mare...
una spinta come sull'altalena
al mio corpo, alla mia cappuccetto rosso
e al grande dade...

lunedì 20 luglio 2009

oggi oggi è proprio oggi....yeahh




Tutti conosciamo quella melodia che fa: "Tanti auguri a te!".
Giusto, proprio quella lì che dopo fa così: "Tanti auguri a te!".
Ma per cazzeggiar felici festeggiando con gli amici,
non basta solo un ritornello che per quanto bello è un po' fine a se stesso.
Ma a me è capitato un qualche cosa che ha del pazzesco.
- Dai la canto normale - Guardo sulla bancarella di quel rigattier al mercato di Bonn, sai ci trovi questo e quello da quel rigattier del mercato di Bonn.
E intravedo uno spartito, obsoleto e manoscrito, e incomincio a solfeggiare.
E in quell'istante ho capito di avere trovato l'anello mancante di questa catena di note incantate nei miei compleanni, vi giuro ho trovato per caso la strofa di "Tanti auguri a te".
Era un inedito di Beethoven che fa così:
Spegni bene le candele soffia, soffia, soffia sopra le candele!
Non cercare di scappare vieni a festeggiar con noi,
100 di codesti giorni non dimenticarlo mai.
No, no, no, no, non dimenticarlo mai, no, no, no, no, 100 di codesti giorni.
Non dimenticarlo mai, 100 di codesti dì.
Vieni qui, dove vai? È la tua festa.
Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri felici, tanti auguri a te.
Alles gute zum geburstag.
Happy birthday.
Quante sono le candele?
Una, 10, 100, 1000 le candele.
Le spegnerai - non posso Le spegnerai - non sento Il genetliaco.
Guarda qui, guarda là, è la tua festa.
Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri felici, tanti auguri a te.
Alles gute zum geburstag.
Alles gute zum geburstag.
Tanti auguri Beethoven,
e la torta a me

giovedì 9 luglio 2009

filastrocca baciata e strampalata


nella vita per la trama e l'ordito
c'entra la mano
ma soprattutto il dito
che indica la luna
ma poi uno vede solo la bruma
lì lontano sull'orizzonte
pur grande e grosso come un bisonte
che sacro non a caso era nell'america degli indiani
che nell'invisibile ci andavano senza mani
e non perchè fossero selvaggi
ma intelligenti e soprattutto saggi
la trama e l'ordito diventano un mantra
quando uno capisce che trama significa tantra...
ahahaha

martedì 7 luglio 2009

à gennarì...

gennarina non c'è più...
stamattina durante il temporale
ho raccolto con gli occhi solo il vuoto accanto alla bianchi di dade,
catena divelta e niente più bici per me...
insomma, uno si chiede perchè...
secondo me chiedersi perchè è inutile...
al limite il come, come mi serve tutto ciò e come posso
utilizzare questa energia che si è liberata con la mia
emozione...anche di essere violata e arrabbiata...
mio tuo a questo punto nostro, cioè nostra...
ma non basta perchè le cose le consideri tue e vorresti difenderle...
lo so ci sono cose più importanti che la storia di una bici rubata...
c'è gente che perde tutto per un terremoto e soprattutto per l'incuria
di chi ha accettato la nostra delega di controllare la nostra sicurezza...
c'è chi perde la libertà perchè ha un'idea diversa,
c'è chi perde la ragione perchè non ha voluto saputo difendere la sua integrità...
io non voglio difendermi, io non voglio avere paura se un ladro arriva fino alla soglia
del mio portone, fino in fondo al cortile dove abito da anni,
io voglio pensare che una ragione c'è,
ed è una ragione saggia che magari non comprendo o non sento ancora
ma la ricerca è sempre possibile e prima o poi succede sempre qualcosa di buono...
quando dài un nome alle cose poi ci si affeziona
io l'ho fatto per una bici ed era la prima volta...
c'è chi non lo fa per le persone per paura di sostenere un legame che non riconosce...
ciò mi fa sorridere perchè ci sono passata ed ho accettato cose
che adesso con una risata rispedirei subito al mittente...
secondo me quando chiami una cosa per il suo nome
questa fiorisce,
e fa fiorire nuovi significati dentro,
molte volte inaspettati,
davvero geniali...
uno poi non si affeziona tanto all'oggetto
che siccome è parte di una realtà illusoria
è sempre qualcosa di transitorio, effimero e in prestito,
uno si affeziona inconsciamente al significato che quella esperienza ci
porterà come bagaglio di consapevolezza...
gennarina ovunque sarà ha la mia energia di gioia e di libertà...
ed io farò il gioco di avere fatto un seminario approfondito
sul perdere e non perdersi,
sulla scarsità e sulla prosperità,
sul come e non sul perchè delle cose...

lunedì 6 luglio 2009

il grande cocomero, passando verso sud

ci pensiamo in bicicletta...
dade mi ricorda la promessa del giro in bici...
ormai gennarina la parcheggio sempre fuori...
mi risparmio ogni tanto la salita al potala domestico...
e via altra pedalata in giro per la città...
due criteri di ricerca:
fare strade sconosciute
prendere un gelato buono...
mi ritrovo a puntare verso sud
il pomeriggio è bello con le nuvole cicciotte che sembrano per me
sempre l'australia, perchè io in australia non ci sono stata
ma so che appena c'è un tipo di cielo mi risale fuori,
io in australia ci andrò anche solo per far guidare un camion col muso grande
a mia mamma che è il suo sogno di sempre, il camion e l'australia...
insomma punto verso sud, l'australia rimane in cielo...
il primo pomeriggio a milano vede poche persone in giro
e gli stranieri ormai indigeni di dove abito io girano con gli abiti lunghi e bianchi...
mi domando che a furia di non viaggiare è il viaggio che mi viene incontro
e mi basta una bici per accelerare un pò le cose...
punto verso sud, ancora, e come aveva previsto dade i pensieri si sgomitolàno con
lo scorrere della catena e del cambio delle marce...
l'estate reclama i suoi sogni ed io che di sogni mi sono fatta un vanto non
posso che occuparmene...
lungo il naviglio pavese mi accorgo che la città si fa più fiacca
le case di abbassano e il verde vuole a tutti i costi ricordare la campagna
ma mostri di impalcature di nuovi palazzi digrignano i denti...
per oggi solo per oggi credo sono salva e il verde c'è ancora...
pedalo e provo una nostalgia infinita...
mi viene in mente avalon
quando verso la fine del regno d'artù tutto sembrava perdersi nella nebbia
e ritrarsi più lontano...
un discorso lungo da farsi mentre si pedala...
in città bisogna evitare un pò di tutto,
marciapiedi e binari, tombini ed auto messe sulle ciclabili...
dade corre, lui corre sempre, pedala doppiandomi i tragitti...
lo vedo e lo perdo ma poi mi aspetta...
gli dico: andiamo a comprare l'anguria?
i piccoli supermercati della domenica
sono abitati da gente rilassata che non fa la spesa grossa
ma quella della memoria,
o dei gusti dell'ultimo momento,
dimentico che ho la bici
e torno a casa con un'anguria di sette chili nel cestino
e la spesa arroccata dietro...
ciliege, centrioli, uva bianca dell'italia, formaggio garda, ricotta e mortadella,
fromage de chèvre, un melone in offerta e un pane ai cereali...
io, dade, gennarina e l'australia in cielo e il grande cocomero nel cestino che ci sta un po stretto e che gentile con me, non si è fatto attendere...
ah la gioia delle bianche domeniche della mente...