AUGURI!!!
giovedì 23 dicembre 2010
mercoledì 22 dicembre 2010
password
"... e questa pioggia di oggi mi ricorda una routine monotona scivolosa e quello scorrere sembra quel tempo che segna le presentazioni e gli addii per sempre e tra una goccia e l'altra lascia intravvedere il futuro che evapora, manco fosse nebbia di pianura, tra le ciglia e le luci della macchina che si allontana e che non sai che sta svoltando per sempre dalla tua vita,
un sollievo alla lunga, un lieve sollievo però,
il tempo di appoggiare l'ombrello fradicio e sciogliere del cioccolato fondente e amaro
nei pensieri e nelle parole e nelle omissioni che ti rimangono stropicciate come gli scontrini nelle tasche del paltò...
poi uno si riprende la vita in mano, la tua dicono gli altri,
come una gonna goffrata di crinolina che sollevi se vuoi correre,
se devi correre dietro a quella immagine di te che è rimasta indietro, spiacciacata nella solita pozzanghera docile alla fermata del tram..."
(tratto da "Dell'amore e di altre storte" ed. houncuoredibrodo )
mercoledì 24 novembre 2010
aram
è docile quello sciogliersi puro
nel senso del fuoco e del sonno
ricamo respiri in anfratti in penombra
con le dita appese a forma di ragno
nel senso del fuoco e del sonno
ricamo respiri in anfratti in penombra
con le dita appese a forma di ragno
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agartha,
amore che nullo amato amar perdona,
arimo
mercoledì 3 novembre 2010
long time
sentieri gialli nel cielo
conquistano ragni
appoggiati ai pensieri delle nuvole
il vento di pioppo
vola verso te
il mio brivido bacio
giocandosi il tramonto
a sette e mezzo
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amore amore,
avevo voglia di una poesia d'amore,
azzurro tonale
giovedì 7 ottobre 2010
un blu che vola...
com'è che succede...
cammino in orizzontale, mi sembra,
ma sono anche verticale e lunga
e guardo il mondo con l'occhio sghembo...
strabico, in bilico, di sbiesso, stralunato più che oltre...
cos'erano i maya ad essere strabici?
...si lo so...aldi là di tutto
sembra che sia la distanza ad essere necessaria...
quella dello sguardo sfocato della camminata di potere...
per esempio,
quella che metto facendo finta che il tempo e lo spazio siano realmente veri...
ma com'è che succede che sembra tutto così fluido...
com'è che mi allontano da te ma ti ho addosso e dentro,
e il mio dentro è diventato fuori...
anche...
e la tua voce risuona come se fossi in un uovo gigantesco,
anch'esso fluido ed anche trasparente...
forse...per l'occhio sghembo di cui sopra...
forse per tutto il trambusto di fuori...
fuori...relativo...
anche le parole si spezzettano come la pasta per quella ricetta con i fagioli...
rimasugli di sillabe e vocali che danzano scomposte...
stai composta!...mi dicevano...e no, adesso no, non è possibile...
mi scompongo come una pupazzetta del lego, come un trattore del meccano...
da scompigliata a scomposta...già...già...
com'è che succede che se mi addormento e il mio corpo si scioglie,
la notte, e liquido scorre tra le griglie del sogno e si amalgama a non so che cosa,
come un bruco prima delle ali colorate, prima delle antenne, prima del volo...
penso e vedo quello di ieri...
e tu mio specchio...che mi racconti con i silenzi delle tue mele e delle tue tele...
ahhhahaha
(la mia rima baciata ahhhaha)
...che mi porti in soffitta dove c'è anche l'olio che riposa insieme agli scatoloni
delle tue tracce e dei tuoi sentieri...
ed io che mi accuccio facendo sì con la testa
perchè posso finalmente ascoltare e guardare con gli occhi a padella,
le storie dei guerrieri e degli angeli con le ali che li accarezzano...
facce, facce, tante facce che mi guardano dritta e lucida..
e togliermi la polvere dal naso e sgranchirmi le gambe
e sognare, sognare con l'acquolina in bocca...
ma com'è che succede che cammino ancora ma so volare
e la rincorsa,
e la mia solita rincorsa si tinge del blu del rabdomante...
ahhahha ahhahahahaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
martedì 21 settembre 2010
fillla-strocca
ti sciogli nei miei occhi che vedo riflessi nei tuoi in cui mi sciolgo come il pane inzuppato nel latte
amen
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amore amore,
avevo voglia di una poesia d'amore,
filastrocche,
lo so
venerdì 3 settembre 2010
io direi
...Io direi che siamo esseri sognanti tenuti insieme da un sognatore supremo...
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amore che nullo amato amar perdona,
arimo
lunedì 16 agosto 2010
a/r
andata e ritorno
ancora tracce che mi circondano,
gli ulivi e la campagna
l'argilla e i tuoi disegni sparsi tra gli alberi di frutta...
scivolo sotto il tuo patio e mi metto a guardare
anche le cose che si siedono come me ad aspettare...
il legno, la pietra, le foglie in controluce raccontano
questa gioia che rimbalza nel mio cuore da sempre...
tu, mentre apparecchi, entri ed esci dal mio sguardo e dal mio cuore con un tuffo
ma solo per poter cercare nuovi nutrimenti e rientrare
con i piatti di ceramica e i bicchieri impilati
e nuove cose da farmi assaggiare...
sembra che non ho mai imparato a mangiare
sembra che tutto quello che so lo devo reinventare sotto gli occhi di quanto sai tu,
ancora tracce che mi circondano,
gli ulivi e la campagna
l'argilla e i tuoi disegni sparsi tra gli alberi di frutta...
scivolo sotto il tuo patio e mi metto a guardare
anche le cose che si siedono come me ad aspettare...
il legno, la pietra, le foglie in controluce raccontano
questa gioia che rimbalza nel mio cuore da sempre...
tu, mentre apparecchi, entri ed esci dal mio sguardo e dal mio cuore con un tuffo
ma solo per poter cercare nuovi nutrimenti e rientrare
con i piatti di ceramica e i bicchieri impilati
e nuove cose da farmi assaggiare...
sembra che non ho mai imparato a mangiare
sembra che tutto quello che so lo devo reinventare sotto gli occhi di quanto sai tu,
il pane che si inzuppa nell'olio giallo e i semi di pomodoro
che fanno il sapore lucido,
e quel vino rosso che diventa più denso ogni volta che ritorno,
amore, amore è una eco semplice e banale,
ciò che non so chiamare diversamente da un sorriso dolce...
mentre scrivo so che giro intorno ad importanti pensieri
e le emozioni indicibili si beffano delle parole,
il tovagliolo si piega al vento,
e quel vino rosso che diventa più denso ogni volta che ritorno,
amore, amore è una eco semplice e banale,
ciò che non so chiamare diversamente da un sorriso dolce...
mentre scrivo so che giro intorno ad importanti pensieri
e le emozioni indicibili si beffano delle parole,
il tovagliolo si piega al vento,
le briciole di pane nuovo sulla tavola le appiccico ad un dito bagnato...
mi siedo ad assaggiare
questo gioco di questo noi che piega il mio essere selvaggia
in insolite ambite declinazioni,
mi siedo ad assaggiare
questo gioco di questo noi che piega il mio essere selvaggia
in insolite ambite declinazioni,
le tue mani buone che si appoggiano al mio sognare
e che non faticano a spiegarsi silenziose...
chiamo casa questo tuo amore gentile e appassionato,
chiamo notte il tuo respiro
chiamo terra la tua pelle...
chiamo notte il tuo respiro
chiamo terra la tua pelle...
sì, adesso tocca me baciarti...
ahahhahhahahaheeheheheheehheheheheheeeeeehhh
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amore amore,
avevo voglia di una poesia d'amore
martedì 20 luglio 2010
un altro giro di giostra...
Egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano.
Richard Bach
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a rieccomi,
affacciamoci...,
amore che nullo amato amar perdona
venerdì 16 luglio 2010
della lontananza che gioca a mio favore
ti sento qui,
è un pensiero
sghembo ed insieme banale,
ma adoro le banalità dell'innamoramento,
rende le emozioni verticali
come le nuvole in viaggio sull'aereo...
la lontananza è un bilico strano che ti fa accendere
tutte le capacità per stare insieme a te stessa,
da subito, come essere l'unico essere che può capirti nel tuo amore di adesso,
perchè il lontano si intreccia con il tempo che sfugge
e allora è inutile contare, è inutile affannarsi,
l'amore "di" lontano è solo fatto di un numero lungo di passi,
che poi uniscono mondi, che gironzolano intorno ai desideri,
non di vere incertezze...
e di rincorse e di promesse,
e di promemoria e di parole che vanno sillabate bene,
che vanno imparate di nuovo...
e nel viaggio di mezzo ci sono cose da raccogliere
per quelle sere nostre d'estate che sanno di vino rosso
e di lucciole che inseguono l'evaporare del giorno...
giovedì 15 luglio 2010
la promessa del mondo
il ritorno delle chiocciole,
la sera quando vado a casa
cammino molto, molto prima,
uso le scarpe fin dove la para tocca l'inizio dei buchi delle stringhe...
sull'uscio del portone trovo sempre chi mi aspetta,
una chiocciola, appunto, l'altra sera,
una piccola falena oggi, poco fa...
ho camminato lungo una città che si scioglie,
sotto i miei sogni e sotto i miei respiri di vapore acqueo,
il silenzio che riesco a creare dentro di me camminando
mi avvolge con una soffice coinbentazione di gioia,
mi sento spicchio di pomelo e mi trovo a respirare in vece della terra assediata dal rumore asfissiante di questa città umana...
scivolo nel sotterraneo di un palazzo dove un supermercato mi dà l'illusione
di poter scavare il cibo che prendo come un qualsiasi indigeno che immagino
nel deserto dell'Australia o nella foresta Schuar dell'Ecuador,
non pago con il sudore delle mie mani o con la speranza del raccolto
ma con pezzi di carta e di metallo che mi sembrano efficaci per uscire in fretta...
questa sera pic nic al cinema...
mi accorgo che in fondo non faccio che entrare ed uscire da scatole preformate,
io scelgo il colore e quanto siano attraenti e soprattutto quanto investire in carta e metallo...
mi ricordo della promessa del mondo di rivelarsi sempre appena chiedo permesso,
appena ricordo chi sono...
e so che il fare è poesia, anche accanto alle scatole mondane che vado a riempire con le mie
promesse di leggerezza...
la sera quando vado a casa
cammino molto, molto prima,
uso le scarpe fin dove la para tocca l'inizio dei buchi delle stringhe...
sull'uscio del portone trovo sempre chi mi aspetta,
una chiocciola, appunto, l'altra sera,
una piccola falena oggi, poco fa...
ho camminato lungo una città che si scioglie,
sotto i miei sogni e sotto i miei respiri di vapore acqueo,
il silenzio che riesco a creare dentro di me camminando
mi avvolge con una soffice coinbentazione di gioia,
mi sento spicchio di pomelo e mi trovo a respirare in vece della terra assediata dal rumore asfissiante di questa città umana...
scivolo nel sotterraneo di un palazzo dove un supermercato mi dà l'illusione
di poter scavare il cibo che prendo come un qualsiasi indigeno che immagino
nel deserto dell'Australia o nella foresta Schuar dell'Ecuador,
non pago con il sudore delle mie mani o con la speranza del raccolto
ma con pezzi di carta e di metallo che mi sembrano efficaci per uscire in fretta...
questa sera pic nic al cinema...
mi accorgo che in fondo non faccio che entrare ed uscire da scatole preformate,
io scelgo il colore e quanto siano attraenti e soprattutto quanto investire in carta e metallo...
mi ricordo della promessa del mondo di rivelarsi sempre appena chiedo permesso,
appena ricordo chi sono...
e so che il fare è poesia, anche accanto alle scatole mondane che vado a riempire con le mie
promesse di leggerezza...
giovedì 1 luglio 2010
istant book
venerdì 18 giugno 2010
gene
ti mando una cosa, amore bello
così ti fermi a pensare e magari ti metti lì,
spegni la macchina, proprio in fondo alla salita,
vicino alla cava di calce nascosta dagli alberi...
ti mando una cosa per posta come un tempo
quando la carta sapeva di inchiostro liquido
e nelle lettere d'amore si potevano far volare rami di fresia
che quando li piantavi fiorivano di nuovo, portandosi dietro il profumo e i baci lontani...
è che, anche da qui, ti guardo vicino
come se fossi appollaiata su quel ciliegio dai frutti dolci e gialli
e sento il stropiccio della carta che si apre alle mie parole...
è che, anche da qui, si sente il rumore del vento,
la piega che le erbe e il grano fanno dietro il volo i miei pensieri...
amore bello ti mando una cosa scritta
così per scribacchio, per vederti ammiccare
sotto la pelle scura e il bianco del tuo sorriso...
ma adesso fermati e rallenta il tutto
anche le tracce sulla terra dura sono capaci di pace,
di amore che respira lento...
perchè così il sud per me non finisce mai....
così ti fermi a pensare e magari ti metti lì,
spegni la macchina, proprio in fondo alla salita,
vicino alla cava di calce nascosta dagli alberi...
ti mando una cosa per posta come un tempo
quando la carta sapeva di inchiostro liquido
e nelle lettere d'amore si potevano far volare rami di fresia
che quando li piantavi fiorivano di nuovo, portandosi dietro il profumo e i baci lontani...
è che, anche da qui, ti guardo vicino
come se fossi appollaiata su quel ciliegio dai frutti dolci e gialli
e sento il stropiccio della carta che si apre alle mie parole...
è che, anche da qui, si sente il rumore del vento,
la piega che le erbe e il grano fanno dietro il volo i miei pensieri...
amore bello ti mando una cosa scritta
così per scribacchio, per vederti ammiccare
sotto la pelle scura e il bianco del tuo sorriso...
ma adesso fermati e rallenta il tutto
anche le tracce sulla terra dura sono capaci di pace,
di amore che respira lento...
perchè così il sud per me non finisce mai....
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cielo,
è matematico..lo so,
educazione sentimentale
mercoledì 16 giugno 2010
amore liquido
un bacio leggero
a labbra piene
le cose banali che tutti sanno...
la tua camicia bianca che sa di sud
prima di te corre ad abbracciarmi in fondo al treno,
animali dolci che siamo e camminiamo ammaestrati dall'amore
sul bilico costante dei binari...
è già buio dove arrivo ma mi sono portata il tramonto appresso
e l'ho liberato dalle tasche per gioco
prima di sentire ancora il tuo essere te...
ah ahha
le lucciole nel buio del tuo giardino rincorrono gli anni della mia
infanzia e mi fanno fare giochi concentrici di ricordo nel grano,
la veste leggera che si fa alzare dal vento, il vino rosso che chiude gli occhi...
riconosco per nome le nuvole e il profumo dei fiori bianchi,
il pane dalla crosta buona, fave e ciliege, erbe belle della lupinella e dei fiori blu confondono la mia gioia con il silenzio...
a labbra piene
le cose banali che tutti sanno...
la tua camicia bianca che sa di sud
prima di te corre ad abbracciarmi in fondo al treno,
animali dolci che siamo e camminiamo ammaestrati dall'amore
sul bilico costante dei binari...
è già buio dove arrivo ma mi sono portata il tramonto appresso
e l'ho liberato dalle tasche per gioco
prima di sentire ancora il tuo essere te...
ah ahha
le lucciole nel buio del tuo giardino rincorrono gli anni della mia
infanzia e mi fanno fare giochi concentrici di ricordo nel grano,
la veste leggera che si fa alzare dal vento, il vino rosso che chiude gli occhi...
riconosco per nome le nuvole e il profumo dei fiori bianchi,
il pane dalla crosta buona, fave e ciliege, erbe belle della lupinella e dei fiori blu confondono la mia gioia con il silenzio...
martedì 11 maggio 2010
i semi fioriscono dappertutto
i semi fioriscono dappertutto
non ci sono buchini, fessure e angoletti che tengano...
piove, piove e piove dopo anche due giorni
foglie e fiori, di tarassaco e non,
fanno capolino e ti guardano dal sotto
come per dire...:
dimentichi che sotto tutto
c'è la terra, qualcosa da cui nasci e ritorni,
e non ci sono asfalti e cementi che tengono,
e le radici degli alberi e il respiro dei semi,
fanno sempre in modo di trovare un varco verso la luce,
la Terra, Pachamama, grande signora,
non solo qualcosa che pulsa e respira...
che mette in scacco, in gioco ogni pensiero umano di separazione...
sì, parlo di separazione...
gli uomini si sentono separati da qualcosa che non riescono
neanche a pensare più, talmente se ne sentono lontani
e allora gridano io, io, io, sempre più forte,
come quei bambini che lasciati al buio parlano da soli, per farsi coraggio...
ma sotto, ripeto, sotto tutto il nostro cammino
e i sentieri sconnessi in salita o in discesa
sotto tutto c'è un'enorme dimensione di amore e creatività
e quando si riconosce questo lo sguardo rimbalza verso l'alto
e si scopre che anche il cielo, degno del suo nome,
cela qualcosa di infinitamente misterioso...
e poi continuando questo viaggio, poi uno scopre
che anche dentro di noi c'è un infinito di respiro e di essere
misterioso e sconosciuto
ed è per questo che oggi ancora e di più
posso dire:
sorridendo/al/tarassaco/ nuovo/che/ è/spuntato/dopo/il/passo/della/lumaca/in/solitaria/passeggiata/
notturna/lì/proprio/vicino/al/mio/uscio/nel/cortile/delle/deodarie:
i semi fioriscono dappertutto, proprio per davvero...
giovedì 6 maggio 2010
zenzero di te
pezzetti di zenzero nel thè verde
ed inizio al mattino a segnare il mio territorio,
fili di luce sincera...
immagino aprendo la porta dell'ufficio al 7° piano
di conquistarmi ogni giorno pezzetti di cielo celato
che io chiamo vuoto per onestà intellettuale, come si dice...
e allora invento sempre storie, tragitti e progetti
e mi pregusto all'inizio del giorno
quali e quanti pezzetti di felicità
sono a disposizione per l'adesso...
e allora spuntano facili i carciofi innamorati dei fidanzati
e i fidanzati innamorati che mandano baci silenziosi,
lo zenzero si mischia all'odore di legna
e le nostalgie buone fanno venire sempre l'acquolina del bello...
e allora per me è davvero facile scappare con l'autobus 81
per mangiare, in un'andata e ritorno veloce,
i gnocchi della mamma...
ci sono tante cose da gioire
senza dimenticare chi sta male
ed sta vivendo il coraggio di attraversare la realtà
del buio e del dolore...
ognuno dal lato del vero fa la sua parte, sempre,
sia che lo sappia o meno
siamo tutti insieme
siamo tutti UNO/A
in questa realtà a guardare
il vuoto oggi che faccia fa
mercoledì 5 maggio 2010
e ancora blu...
venerdì 30 aprile 2010
blu risoluto
le parole scompaiono
nella carta accartocciata tra le mani
e quelle che, vociando, riescono a svicolare
tra i gorghi e le pieghe taglienti
raccontano...no, bisbigliano
di un blu risoluto
che fa respirare forte
che dilata le pupille, il cuore
di un blu denso che si ripiega su se stesso
e che contempla
ma abbraccia tutto il resto
un blu risoluto...
un blu totale
che rimane,
che diventa
finalmente me
lunedì 12 aprile 2010
dade-sia
il mondo
profumo
dolce fragranza
nell'aria
aria
vento
atmosfera
sfera
figura geometrica
figura
immagine
sul muro
muro
fortificazione
cemento armato
fortificazione
castello e torre
torre
altitudine
montagna
montagna
territorio roccioso
territorio
terra
il mondo
mondo
spazio
nell'universo
dade
profumo
dolce fragranza
nell'aria
aria
vento
atmosfera
sfera
figura geometrica
figura
immagine
sul muro
muro
fortificazione
cemento armato
fortificazione
castello e torre
torre
altitudine
montagna
montagna
territorio roccioso
territorio
terra
il mondo
mondo
spazio
nell'universo
dade
mercoledì 7 aprile 2010
full petal jacket
piove, non c'è nessuno in giro,
vigilia di pasqua
decido di autoinvitarmi per un tè
alla alice nel pdm
a casa con il terrazzo più grande di gorgonzola
dal mio amico poeta personal inventore di nomi di clown
e anche del mio...
gli porto un libro sul mondo degli gnomi,
ma lui cosa c'entra..mi dico...
c'entra..c'entra il mio intuito mi dice di sì...
piove vado verso il mio distributore solito di gas
ma scatta in me il gioco
vigilia di pasqua
decido di autoinvitarmi per un tè
alla alice nel pdm
a casa con il terrazzo più grande di gorgonzola
dal mio amico poeta personal inventore di nomi di clown
e anche del mio...
gli porto un libro sul mondo degli gnomi,
ma lui cosa c'entra..mi dico...
c'entra..c'entra il mio intuito mi dice di sì...
piove vado verso il mio distributore solito di gas
ma scatta in me il gioco
"cambia strada e non pensare, lascia guidare cappuccetto rosso"
vado verso il fuori, dove c'è una specie di bosco e dove si dice finisca la città...
faccio gas e sotto l'acqua mi accorgo di una signora con bastone che arranca sul marciapiedi, sacchetti alla mano e un fascio di rami fioriti...
le chiedo signora ha bisogno di un passaggio?
abita vicino?...
mi guarda tra le gocce d'acqua sugli occhiali,
ha la faccia sporca di fango come un soldato di full metal jacket dopo l'esercitazione nella foresta,con delle strisce scure in volto,anche come rambo
..."non si preoccupi signorina...poi le bagno la macchina..."
"signora guardi che s.siro è dall'altra parte e la mia macchina non ha timore di sporcarsi, da brava venga su che la porto a casa"
al che sale, trascinando dentro i sacchetti e il fascio enorme di fiori,
lancia il bastone lontano e chiude rumorosamente la portiera...
il mio viaggio gioca una deviazione verso casa sua, tralaltro vicinissima alla mia,
faccio gas e sotto l'acqua mi accorgo di una signora con bastone che arranca sul marciapiedi, sacchetti alla mano e un fascio di rami fioriti...
le chiedo signora ha bisogno di un passaggio?
abita vicino?...
mi guarda tra le gocce d'acqua sugli occhiali,
ha la faccia sporca di fango come un soldato di full metal jacket dopo l'esercitazione nella foresta,con delle strisce scure in volto,anche come rambo
..."non si preoccupi signorina...poi le bagno la macchina..."
"signora guardi che s.siro è dall'altra parte e la mia macchina non ha timore di sporcarsi, da brava venga su che la porto a casa"
al che sale, trascinando dentro i sacchetti e il fascio enorme di fiori,
lancia il bastone lontano e chiude rumorosamente la portiera...
il mio viaggio gioca una deviazione verso casa sua, tralaltro vicinissima alla mia,
ma fuori dalla mia traiettoria,
il gioco di sopra è sempre valido ed io mi guardo la vecchietta come una futura versione di me,
la guardo dolcemente perchè lei non lo sa ma nelle cadute scivolate che mi ha raccontato nel bosco e nel fango a raccattare fiori, lei si è riempita la faccia di petali rosa,
appiccicati su come su una scatola di decoupage, come in un mosaico bizantino,
e i capelli arruffati e gli occhiali bagnati e quella rassegnazione che non è sconfitta
ma arrendersi al TUTTO...
"sa, signorina, oggi mi sentivo che dovevo assolutamente uscire nel bosco, domani è pasqua ed io da sola in casa volevo almeno avere un pò di primavera intorno...
appiccicati su come su una scatola di decoupage, come in un mosaico bizantino,
e i capelli arruffati e gli occhiali bagnati e quella rassegnazione che non è sconfitta
ma arrendersi al TUTTO...
"sa, signorina, oggi mi sentivo che dovevo assolutamente uscire nel bosco, domani è pasqua ed io da sola in casa volevo almeno avere un pò di primavera intorno...
eppoi se non sono matti non li vogliamo...vero?...non si dice così...?"
stavo guidando ma l'avrei abbracciata, perchè per me era una apparizione,
un personaggio di un film che ancora non ha il cinema in cui proiettarsi,
era dolcezza ma anche conferma della semplicità della follia controllata...
già signora mia le dico...siamo un pò tutti folli e soli...
soli luminosi e come lei pieni di petali rosa e fango!!
yeah!!!
chi nasce matto non guarisce mai
tu che sei matto quando guarirai
mai mai, mai mai mai,
mai mai, mai mai mai
stavo guidando ma l'avrei abbracciata, perchè per me era una apparizione,
un personaggio di un film che ancora non ha il cinema in cui proiettarsi,
era dolcezza ma anche conferma della semplicità della follia controllata...
già signora mia le dico...siamo un pò tutti folli e soli...
soli luminosi e come lei pieni di petali rosa e fango!!
yeah!!!
chi nasce matto non guarisce mai
tu che sei matto quando guarirai
mai mai, mai mai mai,
mai mai, mai mai mai
lunedì 5 aprile 2010
nuoto al piano
oggi esercizi di nuoto al piano
...
non perchè piove
non perchè sono imbevuta di acqua di pasqua ovunque
ma perchè con gli auricolari al piano
nuotare è facile,
molto facile...
più o meno questa è la ricetta:
ci si scalda le dita che ne so,
mozart? bach? una scaletta qualsiasi in do?
poi si indossano le cuffie, L left, R right
e con la presunzione totale di essere i soli
ad ascoltarsi...
inspirare come prima di un tuffo
e con l'abbandono totale di chi non ha di meglio da fare.
lasciare andare le mani sulla tastiera,
meglio, lasciarle caracollare,
lanciarle, come i componenti di jeeg robot d'acciaio,
...
non perchè piove
non perchè sono imbevuta di acqua di pasqua ovunque
ma perchè con gli auricolari al piano
nuotare è facile,
molto facile...
più o meno questa è la ricetta:
ci si scalda le dita che ne so,
mozart? bach? una scaletta qualsiasi in do?
poi si indossano le cuffie, L left, R right
e con la presunzione totale di essere i soli
ad ascoltarsi...
inspirare come prima di un tuffo
e con l'abbandono totale di chi non ha di meglio da fare.
lasciare andare le mani sulla tastiera,
meglio, lasciarle caracollare,
lanciarle, come i componenti di jeeg robot d'acciaio,
gettarle, pro-gettarle sfruttando tutta la sapienza della gravità
e accuratamente buttando fuori l'aria...
e accuratamente buttando fuori l'aria...
inspiro, respiro...
e si pestano i tasti bianco e neri alla rinfusa...
tutto per enne volte,
e si pestano i tasti bianco e neri alla rinfusa...
tutto per enne volte,
in cerca della bracciata perfetta e del sincrono...
inspiro ed espiro...
dopo qualche vasca è concesso giocare al pianista folle
virando il piano yamaha nella versione
hall madison square garden
e partire poi
con i tetici accordi di quinta e quarta
i trilli alternati e le fughe repentine
le dissonanti armonie e le ascese inventate
applausi finali luci che si spengono e si riaccendono
sull'inchino al pubblico
...
meglio togliersi la cuffia di lattice e gli occhialini
prima di uscire
inspiro ed espiro...
dopo qualche vasca è concesso giocare al pianista folle
virando il piano yamaha nella versione
hall madison square garden
e partire poi
con i tetici accordi di quinta e quarta
i trilli alternati e le fughe repentine
le dissonanti armonie e le ascese inventate
applausi finali luci che si spengono e si riaccendono
sull'inchino al pubblico
...
meglio togliersi la cuffia di lattice e gli occhialini
prima di uscire
...
domenica 4 aprile 2010
ma dài non ci posso credere...manco l'hai finito e loposti così...!!
una distanza creata dai numeri
non è che una semplice astrazione della mente
i km, le cifre dei prefissi selettivi
sono solo forme di rappresentazione di una distanza
non sono la distanza...
tutto è perfettamente come deve essere sempre
e forse mi riferisco a quando piove
a quando sembra diverso da quello che si desidera
e forse mi riferisco soprattutto a quello che sembra mancare
ed è giusto che ci sia
parlo di politica e di sociale
parlo di bello e buono
ma tutto è
per me esattamente come deve essere
senza nessun fatalismo
e soprattutto nessuna rassegnazione
arrendersi non significa abdicare al proprio potere di libertà...
...
la storia di oggi è piena di petali, petali rosa...
la premessa che il mio quotidiano ha timing di 10 minuti, un quarto d'ora al max...
cioè non so mai cosa farò al di là di questo tempo...
diciamo che questo gioco funziona benissimo quando non si lavora
ma anche su quello ci sono progressi inarrestabili...
il timig di oggi si è spiegato
in pioggia al mercato
cibo inventato in casa svuotando il frigo delle riserve
invito auto invito per il tè
e
non è che una semplice astrazione della mente
i km, le cifre dei prefissi selettivi
sono solo forme di rappresentazione di una distanza
non sono la distanza...
tutto è perfettamente come deve essere sempre
e forse mi riferisco a quando piove
a quando sembra diverso da quello che si desidera
e forse mi riferisco soprattutto a quello che sembra mancare
ed è giusto che ci sia
parlo di politica e di sociale
parlo di bello e buono
ma tutto è
per me esattamente come deve essere
senza nessun fatalismo
e soprattutto nessuna rassegnazione
arrendersi non significa abdicare al proprio potere di libertà...
...
la storia di oggi è piena di petali, petali rosa...
la premessa che il mio quotidiano ha timing di 10 minuti, un quarto d'ora al max...
cioè non so mai cosa farò al di là di questo tempo...
diciamo che questo gioco funziona benissimo quando non si lavora
ma anche su quello ci sono progressi inarrestabili...
il timig di oggi si è spiegato
in pioggia al mercato
cibo inventato in casa svuotando il frigo delle riserve
invito auto invito per il tè
e
mercoledì 10 marzo 2010
e io mi ciuccio una rossana
giornata rossa
maglia a losanghe rouge martignon,
oggi prima di uscire
mi sono scelta look cortina
anni '60
almeno come la immagino io
cortina anni'60
però niente colbacco e occhialoni,
va bè, solo un pò di cortina...
neve fuori quella tipo zucchero a velo sulla brioche alla crema
leggera, solo un pò indiscreta,
ma che entra comunque negli angoli della borsa
e fa micro pozzanghere che poi mi porto in giro...
ridiscendo dall'angolo dell'armadio
gli scarpotti finto pelo dentro con i ricami fucsia,
sembro frankestein quando cammino,
ma i piedi si sciolgono almeno nel calore...
le scarpe nere stile tai chi sono cmq nello zaino...
giornata rossa, dicevo...
neve che glassa le cose,
ma questa volta,
è già più di una volta che rinevica a milano,
sembra non attaccarsi,
rimane lì che vola a mezz'aria rendendo l'aria lattiginosa di coriandoli...
oggi ufficio tranquillo e la neve fuori non si sente più quando cade,
sembra tutto sospeso
ma c'è un pò di nervosa attenzione,
sta per succedere qualcosa,
non so, non riesco a sentire che un rumore di fondo
zzzz zzzz zzzz
lo so che il mondo, il tempo, lo spazio e tutti i miei deliri,
si avvicinano alla sensazione di sbilanciamento
simile a quella delle fontane zen che prendono prendono prendono gocce di acqua
eppoi pluff l'ultima goccia crea lo sbilanciamento sotto...
...quanto mi piace l'ultima goccia...
naturalmente un altro bilico da collezionare nel data base...
però un pò di tensione lo crea la rincorsa allo sbilanciamento...
l'ambiente aziendale è sempre un pò pesante...
luci non naturali, aria rifatta...
e allora vado nell'ufficio della mia collega e mi prendo una rossana,
lo scarto lento permette le cucciatine volanti
e la lunga esperienza in età infantile ti fa pregustare il momento,
della rottura dello strato di solo zucchero per assaporare il contenuto
morbido e dolcissimo...
eppoi la carta scricchiolante che si usa come occhiale volante...
a cortina la neve con gli occhiali rossana si tinge di rosa...
il me tiens dans ces bras...
venerdì 5 marzo 2010
cuore di brodo
amore bello puro
....
canto con cammariere
..
gioco con le dita come sul piano
mi ricordo del cartone disegnato con i tasti bianchi e neri,
prima del pianoforte, prima che arrivasse dal vero...
dovevo provare le prime cinque note date dall'hiroki saito,
....
canto con cammariere
..
gioco con le dita come sul piano
mi ricordo del cartone disegnato con i tasti bianchi e neri,
prima del pianoforte, prima che arrivasse dal vero...
dovevo provare le prime cinque note date dall'hiroki saito,
la mia maestra giapponese,
a mio padre piaceva,
a mio padre piaceva,
come tutto lo strascico di giappone che si portava dietro,
dal vestito rosso a lustrini e piume di cantante lirica in su...
suono, davanti alla tastiera del pc
e riprovo le scale...
uno due tre, passo il pollice sotto, uno, due, tre, quattro, pollice sotto e di nuovo il do,
con la destra è più facile,
con la sinistra si dimentica prima....
eppoi godo il vantaggio del settimo piano,
ufficio vista nuvole lontane che puntano verso ovest dove c'è il Rosa,
e ne approfitto per allenare al petaloso arancione dell'orizzonte
il mio sguardo milanese impregnato di grigio,
e di colori sfumati allo smog...
il cielo poi, questa mattina, era color pantegana,
adesso sembra il gelato puffo con le nuvole che fanno i croccantini...
però lo ammetto, è più luminoso ed in fondo mantiene ancora quel tono di mistero
che la mia mente scimmesca non riesce ad ammettere...
sono convinta sempre di essere non tanto su un pianeta vero e proprio,
quanto più intrappolata in un boccia di vetro,
circondata dalle sagome di plastica colorate della città
dal vestito rosso a lustrini e piume di cantante lirica in su...
suono, davanti alla tastiera del pc
e riprovo le scale...
uno due tre, passo il pollice sotto, uno, due, tre, quattro, pollice sotto e di nuovo il do,
con la destra è più facile,
con la sinistra si dimentica prima....
eppoi godo il vantaggio del settimo piano,
ufficio vista nuvole lontane che puntano verso ovest dove c'è il Rosa,
e ne approfitto per allenare al petaloso arancione dell'orizzonte
il mio sguardo milanese impregnato di grigio,
e di colori sfumati allo smog...
il cielo poi, questa mattina, era color pantegana,
adesso sembra il gelato puffo con le nuvole che fanno i croccantini...
però lo ammetto, è più luminoso ed in fondo mantiene ancora quel tono di mistero
che la mia mente scimmesca non riesce ad ammettere...
sono convinta sempre di essere non tanto su un pianeta vero e proprio,
quanto più intrappolata in un boccia di vetro,
circondata dalle sagome di plastica colorate della città
e degli omini
e delle automobiline viste dall'alto, come quelle dei plastici delle vetrine delle scuola guida...
prima o poi sono sicura, al di là delle previsioni metereologiche,
che qualcuno scuoterà un pò questo tutto in bilico
e vedrò finalmente che effetto fa la neve che cade dal basso...
...
già perchè solo dentro una boccia di vetro,
dove i pensieri rimbalzando in alto cadono giù sotto forma di fatti caotici
e delle automobiline viste dall'alto, come quelle dei plastici delle vetrine delle scuola guida...
prima o poi sono sicura, al di là delle previsioni metereologiche,
che qualcuno scuoterà un pò questo tutto in bilico
e vedrò finalmente che effetto fa la neve che cade dal basso...
...
già perchè solo dentro una boccia di vetro,
dove i pensieri rimbalzando in alto cadono giù sotto forma di fatti caotici
si possono manifestare cose come:
io che attraverso la strada dopo aver comprato le calze a righe viola e marroni,
lunghe fino al ginocchio, dalle vecchiette della merceria, vecchietta anche lei,
e nell'attraverso trovo la carta del fante di cuori che mi guarda,
col pizzetto e il cappello da d'artagnan e mi dice:
embè che c'è, non hai mai visto un fante di cuori a faccia in giù come carta buttata lì per caso in una strada cittadina in posizione semicentrale signorile e non periferica fuori dal tempo massimo del carnevale e per poter dirla tutta in periodo di quaresima?
già, però un fante di cuori che si rispetti non va in giro con solo la parte superiore che si ripete
anche al contrario sotto in modo che tu se la devi leggere come carta divinatoria non saprai mai
se:
era dritta quindi positiva
se:
era dritta quindi positiva
o rovesciata e di conseguenza negativa,
e a questo punto che: bisogna decidere se:
a) cercare il significato divinatorio tout court, così a livello generale,
come l'oroscopo nel giornale gratuito del mattino che dice cose per il tuo segno
ma uguali a tutti quelli del tuo segno e allora che previsione è?
oppure
b) ricordarti che essendo in una situazione apparentemente caotica,
da rimbalzo dei pensieri sulla volta celeste e vetrofanica di cui sopra,
non puoi che accontentarti del fante di cuori e basta, e basta,
solo il fante di cuori e niente altro...
e non importa che poi trovi nella stessa sera anche una piuma rossa fuori da un altro negozio che ti dice:
prendimi, starei benissimo con quel fante di cuori dimezzato che hai raccattato poc'anzi....
...
e chiamala se vuoi...confusione...
...
e se, adesso, anche il brodo ha un cuore,
come posso io non sperare di mettere
da parte un pò di felicità,
ogni giorno un pò,
per giocare a
e chiamala se vuoi...confusione...
...
e se, adesso, anche il brodo ha un cuore,
come posso io non sperare di mettere
da parte un pò di felicità,
ogni giorno un pò,
per giocare a
ce l'ho, ce l'ho...mi manca?
martedì 23 febbraio 2010
dialoghi inter, intra personali...
io so che esiti, che esisti, che esisti
tu clicchi qui e so che ci sei
e tu sai che ci sono
io so che esisti nel momento che tu sai che esisto,
esistiamo insieme in questo esistere,
un contatto, un contatto, un piccolissimo contatto
ed io so che esisti, che esisto esistendo con te
esistendo con te
REsistendo con te
io so che esisti, lo so e basta..
basta che pensi che io esisto ed io esisto
e tu esisti
basta un respiro e tu esisti ed io esisto
due punti nello spazio
la direzione è certa
la linea è tratta
una definizione temporanea ma definitiva
ormai è successo, da succedere di esistere
basta coincidere nello stesso spazio - tempo
ed io esisto e tu esisti
non puoi fare a meno di esistere, ormai...
tu clicchi qui e so che ci sei
e tu sai che ci sono
io so che esisti nel momento che tu sai che esisto,
esistiamo insieme in questo esistere,
un contatto, un contatto, un piccolissimo contatto
ed io so che esisti, che esisto esistendo con te
esistendo con te
REsistendo con te
io so che esisti, lo so e basta..
basta che pensi che io esisto ed io esisto
e tu esisti
basta un respiro e tu esisti ed io esisto
due punti nello spazio
la direzione è certa
la linea è tratta
una definizione temporanea ma definitiva
ormai è successo, da succedere di esistere
basta coincidere nello stesso spazio - tempo
ed io esisto e tu esisti
non puoi fare a meno di esistere, ormai...
domenica 14 febbraio 2010
venerdì 12 febbraio 2010
ranuncoli rossi...rossi a chi?
ho poco tempo,
devo rincorrere...
bianco, bianco, biancoconigliooooooo....
il pc mi dice di dover restartare il tutto...
io mi aggrappo ai ranuncoli finti e rossi,
nel vaso dell'ufficio,
sono stati adottati dall'abbandono del precedente inquilino
e da allora li ho messi nel vaso a guardare fuori,
non si sa mai cosa può arrivare dall'orizzonte,
una magia, un cambiamento....
e aspetto soprattutto, che l'ultimo riflesso di caco del cielo
si mischi nella riga grigia dell'orizzonte...
apro e chiudo le dita e gli occhi...
sogno la matita che si tempera seguendo quelle
sottili nervature del legno...
stamattina pensavo all'uomo come albero,
ma non solo perchè aprendo le braccia verso il cielo
fa il verso appunto dell'albero,
ma perchè quando cresce, cresce anche lui con i cerchi attorno...
e allora mi è venuto in mente il perchè
di come io riesca a vedere molte volte il ricordo o la forma o l'ologramma
del bambino anche in un vecchio anziano che trascina l'ombrello sul marciapiede
o nel bambino che aiuta la mamma a fare la spesa al super
il vecchietto che giocherà a bocce in una domenica di ottobre...
vedo i cerchi concentrici delle persone tutti insieme lì,
senza tempo,
e a volte mi confondo
perchè vedo qualcosa che per me è sempre presente,
sempre lì che scorre un pò concentrico a se stesso,
e ovvio che la visione dell'altro è quella che dice oggi ho questi anni,
anche se dentro mi sento come quando ero giovane...
appunto...è perchè lo sei...dico io...
...
ritorno e calmo quella fretta dei pensieri
che scorrono e di cui vedo solo la luce del fanalino di coda
alla limatura delle matite
e all'odore della mina colorata che diventa polvere...
quante punte di quante mine ho raccolto...
una volta al Figini, un mio collega minuto e ordinato
ho raccontato la storia delle mine che raccoglievo,
come tutti, da piccola,
e lui il giorno dopo è arrivato con una portamine rossa,
di quelle da ufficio dove si usava ancora la carta copiativa,
e la matita da un lato rossa e dall'altra blu,
con appiccicata una piccola etichetta bianca ricoperta di scotch
con scritto a penna "rak",
come se mi servisse innanzi tutto di non dover dimenticare il mio nome,
uno dei tanti...
secondo me le matite ricordano i ricordi dell'albero da cui vengono
e li trasmettono alle anime delle mine colorate e non
e così conservando almeno quelle punte che cadono
qualche voce colorata si riesce pure a recuperare,
tanto a me i frammenti piacciono,
dal caledoscopio in avanti
tutta la vita per me è una girandola di fotogrammi...
restart now?
yes I do...
Etichette:
deliri apotropaici,
eccitazioni colte,
sono qui e là,
tramontarsi
mercoledì 10 febbraio 2010
guarda in su, guarda in giù...
ah si,... lo devo dire...
a volte non mi sembra tanto naturale
essere con i piedi per terra e la testa in aria
col il cielo in su e la terra in giù...
mi verrebbe da riposarmi alla rovescia...
qui non c'entrano appesi di tarocchi
nè tantomeno pipistrelli
nè batman oscuri nè santimbanchi...
non è tanto comodo
il cielo è pesante di sopra
e le scarpe scivolano dense sopra il terreno
eppoi le filastrocche fanno un pò le schizzinose a scendere giù...
e non si concedono
come il vento con le foglie
come le nuvole con il cielo
come il polline con i fiori
come i sogni al buio nella notte...
eccone una un pò stropicciata
dimmi chi sei dietro la faccia
dimmi di quegli occhi profondi che sanno di tanto
di quei riccioli scuri dal profumo profondo
un pò di olio, rosmarino e focaccia
aspetto che il fuoco giochi da indovino
dimmi chi sei e ti faccio un inchino
almeno se fossi alla rovescia me le troverei tra i piedi...
i piedi che si bluizzerebbero un pò ed io sarei contenta
ancora di più di quanto lo sono adesso con i capelli in aria
...
olè
lunedì 1 febbraio 2010
promemoria
segni segni che sguazzano dentro e fuori la mente
ormai mi sono abituata
o scrivo così
o vengono fuori i scarabocchi sulle carte sparse
eppoi arriva il vento e se le porta via
ed io mi tramuto nel bianconiglio sempre in giro a raccattare tempo e fogli volanti...
a volte i pensieri sono talmente veloci che mi tocca
rallentarmi un pò facendo qualcosa con le mani
che ne so lavare piatti mettermi a stirare
prendere la macchina e macinare strade cn strisce bianche e gialle a lato...
e perchè sono densa di stimoli costanti
costanti e allora evviva i promemoria
la rincorsa dei fogliettini gialli che appendo ovunque
anche adesso mi sembra di scrivere come quando
prepari la pasta e fagioli e non hai la pasta sbrecciata e
allora prendi tutti i rimasugli e rompi con lo schiacciatutto
e fai la pasta a pezzetti
anche adesso preparo un pezzo di promemoria
mentre il cielo dal 7° piano scivola giù nel tramonto liquido
a volte ho persino la sensazione che il sole mi tramonti dentro
per continuare la sua corsa perchè io mi sveglio
quando cade la sera e entro in uno stato diverso di veglia
e allora sempre allora incomincio a sentire
gli strali di una sorte NON oltraggiosa ma benefica...
anche questa storia del sentire bisognerebbe impegnarsi ad indagarla...
il sentire per me è innanzi tutto relativo
ad ognuno di noi
e adesso mi viene da fare un elenco di relatività del sentire che inizia con
è relativo perchè:
- esite solo la propria soggettività
- con la storia dei neutrini che rimbalzano di qui e di là nell'universo come faccio a sapere in maniera oggettiva che sono separata dal tutto?
- anzi non sono separata un bel niente e quindi quello che sento sono io o il mondo?
- quanti io ci sono dentro di me?
- quando sento che sono io a che io mi riferisco?
- di ii ce ne sono tanti milioni di milioni ed io che mi preoccupo a fà
- io sono si dice anche come essi sono e ci sarà un perchè
- adesso più che mai posso apprezzare molto la relatività dell'io
proprio perchè ci sono stati bei cambiamenti ieschi
- quando l'io muore cioè in realtà si trasforma in un altro modo
più efficace di essere io..io sento cose diverse
- quindi il sentire è relativo al proprio grado di consapevolezza
che non si può misurare in quantità di avere ma si può solo
coniugare come un verbo di cui noi siamo abbondantemente dotati
- quindi il sentire si può coniugare con il verbo essere
e se l'io muore io posso dire semplicemente IO SONO
e finisce là...secondo me in musica...
adesso mi ritrovo la pasta per i fagioli
tutto questo nello spazio di una nuova tramontata di sole
che mi ha attraversato l'anima...
olè
ormai mi sono abituata
o scrivo così
o vengono fuori i scarabocchi sulle carte sparse
eppoi arriva il vento e se le porta via
ed io mi tramuto nel bianconiglio sempre in giro a raccattare tempo e fogli volanti...
a volte i pensieri sono talmente veloci che mi tocca
rallentarmi un pò facendo qualcosa con le mani
che ne so lavare piatti mettermi a stirare
prendere la macchina e macinare strade cn strisce bianche e gialle a lato...
e perchè sono densa di stimoli costanti
costanti e allora evviva i promemoria
la rincorsa dei fogliettini gialli che appendo ovunque
anche adesso mi sembra di scrivere come quando
prepari la pasta e fagioli e non hai la pasta sbrecciata e
allora prendi tutti i rimasugli e rompi con lo schiacciatutto
e fai la pasta a pezzetti
anche adesso preparo un pezzo di promemoria
mentre il cielo dal 7° piano scivola giù nel tramonto liquido
a volte ho persino la sensazione che il sole mi tramonti dentro
per continuare la sua corsa perchè io mi sveglio
quando cade la sera e entro in uno stato diverso di veglia
e allora sempre allora incomincio a sentire
gli strali di una sorte NON oltraggiosa ma benefica...
anche questa storia del sentire bisognerebbe impegnarsi ad indagarla...
il sentire per me è innanzi tutto relativo
ad ognuno di noi
e adesso mi viene da fare un elenco di relatività del sentire che inizia con
è relativo perchè:
- esite solo la propria soggettività
- con la storia dei neutrini che rimbalzano di qui e di là nell'universo come faccio a sapere in maniera oggettiva che sono separata dal tutto?
- anzi non sono separata un bel niente e quindi quello che sento sono io o il mondo?
- quanti io ci sono dentro di me?
- quando sento che sono io a che io mi riferisco?
- di ii ce ne sono tanti milioni di milioni ed io che mi preoccupo a fà
- io sono si dice anche come essi sono e ci sarà un perchè
- adesso più che mai posso apprezzare molto la relatività dell'io
proprio perchè ci sono stati bei cambiamenti ieschi
- quando l'io muore cioè in realtà si trasforma in un altro modo
più efficace di essere io..io sento cose diverse
- quindi il sentire è relativo al proprio grado di consapevolezza
che non si può misurare in quantità di avere ma si può solo
coniugare come un verbo di cui noi siamo abbondantemente dotati
- quindi il sentire si può coniugare con il verbo essere
e se l'io muore io posso dire semplicemente IO SONO
e finisce là...secondo me in musica...
adesso mi ritrovo la pasta per i fagioli
tutto questo nello spazio di una nuova tramontata di sole
che mi ha attraversato l'anima...
olè
giovedì 21 gennaio 2010
kara kara kara MEeeeeee
piedi ben piantati
rigorosamente nudi
fa gelo sotto i piedi
ma il tatami attutisce il freddo
oltre che il rumore e le cadute...
il kimono ha senso,
non copre dal freddo ma mi dà
una forma e sicurezza...
piedi ben piantati, dicevo
quando scendi e pieghi la gamba il tuo ginocchio deve essere
parallelo all'alluce..
(la voce la sento il mio corpo sembra fatto di parti autonome
non coordinate forse legate con il filo dei burattini),
pugno chiuso ma fluido nocche in linea pollice sicuro all'indentro
sguardo fisso,
(guardo le miniature naif con i colori accesi del verde e delle
forme arrotondate e mi sembra di essere là tra le neve cicciotta
e le case basse e i fiori a puntini colorati)
la cintura nera quarto dan di karate,
un mito di donna appena reclutata per i mondiali,
è dolce ma inflessibile,
l'adoro profondamente,
perchè mi ha raccattato tra i corridoi del lavoro
e sbattuto a provare nello scantinato
le forme fisiche del suo giapponese shotokan
che mi sembra
una giusta cantilena...
(os...io risponderei: damatra...
è dolce ma se si incazz...
disciplina...
ricorda, mi dico, ci vuole disciplina attenzione,
non ti piaceva forse l'arte dell'agguato
questa è il tuo nuovo maestro
e tu sei pronta come allieva?
oh... dico a te esci... del quadro naif e concentrati
clowna folle che non sei altro...)
geri è calcio
tanti calci, tanti geri
piega le ginocchia i piedi e le gambe non allineati
ma devi stare in equilibrio 50 e 50 tra l'avanti e dietro
(io penso tra passato e futuro e il presente che torna)
il braccio con il pugno all'altezza dello sterno
il polso in linea se non ti fai male
ricorda la fluidità e non c'è bisogno di aggressività
non si deve aver paura
impara a difendere il tuo ma
(mi ricorda qualcosa ehe he tutta l'idea del proprio nucleo energetico)
difesa aperta, scivola con i piedi toccando le ginocchia
se puoi girati e copriti la faccia con la mano
sempre pronta all'ascolto di chi hai davanti
non aver paura di toccare il tuo avversario
se fosse un aggressore devi pensare di avere un contatto
con lui per allontanarti e per difenderti
(già la paura, già è proprio buio la paura è proprio assenza di amore)
amare l'avversario perchè ha paura, la mia paura?
(continua...certo che continua)
ahahhahahaha
rigorosamente nudi
fa gelo sotto i piedi
ma il tatami attutisce il freddo
oltre che il rumore e le cadute...
il kimono ha senso,
non copre dal freddo ma mi dà
una forma e sicurezza...
piedi ben piantati, dicevo
quando scendi e pieghi la gamba il tuo ginocchio deve essere
parallelo all'alluce..
(la voce la sento il mio corpo sembra fatto di parti autonome
non coordinate forse legate con il filo dei burattini),
pugno chiuso ma fluido nocche in linea pollice sicuro all'indentro
sguardo fisso,
(guardo le miniature naif con i colori accesi del verde e delle
forme arrotondate e mi sembra di essere là tra le neve cicciotta
e le case basse e i fiori a puntini colorati)
la cintura nera quarto dan di karate,
un mito di donna appena reclutata per i mondiali,
è dolce ma inflessibile,
l'adoro profondamente,
perchè mi ha raccattato tra i corridoi del lavoro
e sbattuto a provare nello scantinato
le forme fisiche del suo giapponese shotokan
che mi sembra
una giusta cantilena...
(os...io risponderei: damatra...
è dolce ma se si incazz...
disciplina...
ricorda, mi dico, ci vuole disciplina attenzione,
non ti piaceva forse l'arte dell'agguato
questa è il tuo nuovo maestro
e tu sei pronta come allieva?
oh... dico a te esci... del quadro naif e concentrati
clowna folle che non sei altro...)
geri è calcio
tanti calci, tanti geri
piega le ginocchia i piedi e le gambe non allineati
ma devi stare in equilibrio 50 e 50 tra l'avanti e dietro
(io penso tra passato e futuro e il presente che torna)
il braccio con il pugno all'altezza dello sterno
il polso in linea se non ti fai male
ricorda la fluidità e non c'è bisogno di aggressività
non si deve aver paura
impara a difendere il tuo ma
(mi ricorda qualcosa ehe he tutta l'idea del proprio nucleo energetico)
difesa aperta, scivola con i piedi toccando le ginocchia
se puoi girati e copriti la faccia con la mano
sempre pronta all'ascolto di chi hai davanti
non aver paura di toccare il tuo avversario
se fosse un aggressore devi pensare di avere un contatto
con lui per allontanarti e per difenderti
(già la paura, già è proprio buio la paura è proprio assenza di amore)
amare l'avversario perchè ha paura, la mia paura?
(continua...certo che continua)
ahahhahahaha
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