lunedì 1 febbraio 2010

promemoria


segni segni che sguazzano dentro e fuori la mente
ormai mi sono abituata
o scrivo così
o vengono fuori i scarabocchi sulle carte sparse
eppoi arriva il vento e se le porta via
ed io mi tramuto nel bianconiglio sempre in giro a raccattare tempo e fogli volanti...
a volte i pensieri sono talmente veloci che mi tocca
rallentarmi un pò facendo qualcosa con le mani
che ne so lavare piatti mettermi a stirare
prendere la macchina e macinare strade cn strisce bianche e gialle a lato...
e perchè sono densa di stimoli costanti
costanti e allora evviva i promemoria
la rincorsa dei fogliettini gialli che appendo ovunque
anche adesso mi sembra di scrivere come quando
prepari la pasta e fagioli e non hai la pasta sbrecciata e
allora prendi tutti i rimasugli e rompi con lo schiacciatutto
e fai la pasta a pezzetti
anche adesso preparo un pezzo di promemoria
mentre il cielo dal 7° piano scivola giù nel tramonto liquido
a volte ho persino la sensazione che il sole mi tramonti dentro
per continuare la sua corsa perchè io mi sveglio
quando cade la sera e entro in uno stato diverso di veglia
e allora sempre allora incomincio a sentire
gli strali di una sorte NON oltraggiosa ma benefica...
anche questa storia del sentire bisognerebbe impegnarsi ad indagarla...
il sentire per me è innanzi tutto relativo
ad ognuno di noi
e adesso mi viene da fare un elenco di relatività del sentire che inizia con
è relativo perchè:
- esite solo la propria soggettività
- con la storia dei neutrini che rimbalzano di qui e di là nell'universo come faccio a sapere in maniera oggettiva che sono separata dal tutto?
- anzi non sono separata un bel niente e quindi quello che sento sono io o il mondo?
- quanti io ci sono dentro di me?
- quando sento che sono io a che io mi riferisco?
- di ii ce ne sono tanti milioni di milioni ed io che mi preoccupo a fà
- io sono si dice anche come essi sono e ci sarà un perchè
- adesso più che mai posso apprezzare molto la relatività dell'io
proprio perchè ci sono stati bei cambiamenti ieschi
- quando l'io muore cioè in realtà si trasforma in un altro modo
più efficace di essere io..io sento cose diverse
- quindi il sentire è relativo al proprio grado di consapevolezza
che non si può misurare in quantità di avere ma si può solo
coniugare come un verbo di cui noi siamo abbondantemente dotati
- quindi il sentire si può coniugare con il verbo essere
e se l'io muore io posso dire semplicemente IO SONO
e finisce là...secondo me in musica...
adesso mi ritrovo la pasta per i fagioli
tutto questo nello spazio di una nuova tramontata di sole
che mi ha attraversato l'anima...
olè

1 commento:

Caty ha detto...

....mica ce la faccio con tutte queste domande , forse i neurini del mio cervello si stan pian piano consumando...o forse non ho il tempo e torno sempre a leggere il tao ....ma un grande abbracciooooooooo