venerdì 14 marzo 2008

nuova procedura

ho deciso
che invece di parlare di futuro
da adesso parlerò di superpresente
donc, invece di pro-gettare qualcosa e qualcuno, sè compresi, in un non luogo indefinito (il futuro è mai esistito?) e poi magari essere costretti a ri-gettare quel qualcosa e quel qualcuno, sè compresi, (eh eh...) alla bell'è meglio, con scarti emotivi mica da ridere, per innata ed umana incapacità di limpida e chiara visione di quello che si vuole veramente fare proprio di lì o di là a poco...
da adesso (che è sempre meglio di oggi) e qui e ora (non la faccio lunga) riprendo il gioco del qui quo qua e di-vento e mi in-vento nel superpresente...eh eh...e come una ventosa mi proietto mi appiccico qui nella ricerca del quo (tipo: quo vadis?) e del qua...
prevedo (anche se sarebbe più corretto dire qui-vedo) che questo gioco comporterà vantaggi inequivocabili...perchè il superpresente è quel presente che gioca bene le sue carte con il tempo, lo sospende facilmente perchè compreso in un'épochè geniale (capisc' a' me! http://it.wikipedia.org/wiki/Sospensione_del_giudizio), non sposta l'attenzione a più in là di qui, e quelle aspettative che prima erano pro-getti lanciati lì, o là in un avanti boh?, smettono di essere simili alle speranze, piene di illusioni emotive, ma sono intenti che rimandano al gioco della non località e dell'implicito (vedetevi le ultime scoperte di fisica quantistica, che spiega che la maggioranza dell'universo creato appartiene al non locale e noi siamo in una percentuale risicata di materia!) dove è l'intento appunto che diventa lo strumento per incidere nel gioco della realtà...
quindi, invece di progettarsi in un non-luogo-indefinito in cui spero che accada in qualche modo quello che voglio, mi superpresento intenzionandomi nella non località definita da quello che sembra non esserci ma c'è, in un qui che è anche altrove...
dal tonal al nagual e ritorno, dal conosciuto all'infinito sconosciuto e ritorno, in una gioconda oscillazione...(se ci sono ci faccio se no, no...)
banalmente, (la santa e umana banalità) penso che se qualcosa deve proprio accadere è sempre nell'adesso che accade, e poi ognuno è sempre libero per innata natura naturata e naturante (eh eh) di farsi al meglio i propri bla bla esistenziali e di riempirsi di vissuto come tessuto connettivo e originale il proprio divenire prima durante e dopo...
per dirla in un altro modo : se quello che cerchi non lo trovi lì dove sei, dove pretendi di andare a cercarlo?
e parafrasando Pennac, in Diario di scuola, l'unico modo per far ridere il buon Dio è raccontargli i propri progetti, perchè, senza panico e delusione, non c'è nulla che vada come previsto, come ci insegna il futuro quando diventa passato...
eh eh eh....ah ah ah ah aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarg!!!

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