venerdì 12 febbraio 2010

ranuncoli rossi...rossi a chi?



ho poco tempo,
devo rincorrere...
bianco, bianco, biancoconigliooooooo....
il pc mi dice di dover restartare il tutto...
io mi aggrappo ai ranuncoli finti e rossi,
nel vaso dell'ufficio,
sono stati adottati dall'abbandono del precedente inquilino
e da allora li ho messi nel vaso a guardare fuori,
non si sa mai cosa può arrivare dall'orizzonte,
una magia, un cambiamento....
e aspetto soprattutto, che l'ultimo riflesso di caco del cielo
si mischi nella riga grigia dell'orizzonte...
apro e chiudo le dita e gli occhi...
sogno la matita che si tempera seguendo quelle
sottili nervature del legno...
stamattina pensavo all'uomo come albero,
ma non solo perchè aprendo le braccia verso il cielo
fa il verso appunto dell'albero,
ma perchè quando cresce, cresce anche lui con i cerchi attorno...
e allora mi è venuto in mente il perchè
di come io riesca a vedere molte volte il ricordo o la forma o l'ologramma
del bambino anche in un vecchio anziano che trascina l'ombrello sul marciapiede
o nel bambino che aiuta la mamma a fare la spesa al super
il vecchietto che giocherà a bocce in una domenica di ottobre...
vedo i cerchi concentrici delle persone tutti insieme lì,
senza tempo,
e a volte mi confondo
perchè vedo qualcosa che per me è sempre presente,
sempre lì che scorre un pò concentrico a se stesso,
e ovvio che la visione dell'altro è quella che dice oggi ho questi anni,
anche se dentro mi sento come quando ero giovane...
appunto...è perchè lo sei...dico io...
...
ritorno e calmo quella fretta dei pensieri
che scorrono e di cui vedo solo la luce del fanalino di coda
alla limatura delle matite
e all'odore della mina colorata che diventa polvere...
quante punte di quante mine ho raccolto...
una volta al Figini, un mio collega minuto e ordinato
ho raccontato la storia delle mine che raccoglievo,
come tutti, da piccola,
e lui il giorno dopo è arrivato con una portamine rossa,
di quelle da ufficio dove si usava ancora la carta copiativa,
e la matita da un lato rossa e dall'altra blu,
con appiccicata una piccola etichetta bianca ricoperta di scotch
con scritto a penna "rak",
come se mi servisse innanzi tutto di non dover dimenticare il mio nome,
uno dei tanti...
secondo me le matite ricordano i ricordi dell'albero da cui vengono
e li trasmettono alle anime delle mine colorate e non
e così conservando almeno quelle punte che cadono
qualche voce colorata si riesce pure a recuperare,
tanto a me i frammenti piacciono,
dal caledoscopio in avanti
tutta la vita per me è una girandola di fotogrammi...
restart now?
yes I do...

2 commenti:

Caty ha detto...

...mina blu , mina rossa , reseat ...wow ...i ranuncoli che girano...

Anonimo ha detto...

"E i duo mi trasformaro in quel ch’io sono,
facendomi d’uom vivo in lauro verde,
che per freddda stagion foglia non perde.
Qual mi fec’io quando primer m’accorsi
de la trasfigurata mia persona,
e i capei vidi far di quella fronde
di che sperato aveva già lor corona,
e i piedi in ch’io mi stetti, et mossi, et corsi,
com’ogni membro a l’anima risponde,
diventar duo radici sovra l’onde
non di Peneo, ma d’un più altero fiume,
e n’ duo rami mutarsi ambe le braccia!"

Arethusa