venerdì 30 gennaio 2009

ho visto cose che voi umani


trama:

un'ospite inatteso impara a suonare il tamburo perchè diventato the millionaire non aveva più un granchè da fare,
ma non gli piaceva pensare che la felicità porta fortuna semplicemente perchè chi l'ha raccontata 'sta storia l'ha detta proprio male, allora decise di parlare con sua figlia stella che voleva sapere come mai nel frattempo era diventato uno yes man.
chiaro, no?

giovedì 22 gennaio 2009

oggi ma ancora e allora


E' un pò che esco di casa quasi di nascosto
mi infilo nei vicoli di pietra con la porta chiusa piano alle spalle
il bavero alzato intorno alla sciarpa rossa
sembra nascondere ben più del mio viso
come un complice
accondiscendente e silenzioso
che sa velare le mie intenzioni ed imploderle dentro...
chi mi aspetta spera nel mio silenzio a sgusciare dentro
fin sopra in mansarda
fin dove il soffitto è stato colorato di celeste,
chi mi aspetta sa che arrivo
arruffata e leggera come al solito,
vuota e strana come le mani che tentano di bere alla fontana...
vedo il letto, confina a spanne con una grande finestra sul buio,
anche il copriletto è azzurro
e ancora di più lo diventano le mie invenzioni...
so che è solo questo il tempo delle fughe reciproche
dei non ritorni
degli orfei e delle statue di sale...
mi spoglio e non desidero nulla,
mi guardo affondare nel calore buono di un altro corpo
e sento
quanto sia facile domare il pensiero
quanto sia docile aprirsi al cuore
quanto sia inutile resistere alle stelle...

lunedì 12 gennaio 2009

la luna sul cruscotto


parto con la macchina ancora glassata dal gelo
sono tranquilla, musica e riscaldamento
sciolgono il di più per schiarirsi la vista..
in fondo, se fosse così facile vedere chiaro nella mente come sul parabrezza,
quando pioggia e polvere e nebbia si diradano..
girerei con i tergiscristalli sempre accesi..
tanto tra i ricci...
torno a casa sotto il velo di una luna 99% of full
che si riflette sul cruscotto
rimbalzando sulle nuvole a chiazze e sui miei perchè,
addormentati sul sedile di dietro come bambini...
sorrido perchè la vita a volte è semplice
io sono al sicuro,
qui dentro con me,
ma sembra che lì fuori, sempre di più, gli uomini
scelgono la guerra per noia
o perchè si sono persi
e non hanno null'altro da fare che sciogliersi nel sangue...
amor che nullo amato amar perdona...
e uno si stupisce di più quando è amato...
non le sapevo le parole giuste, prima
e mi sarebbe piaciuto dire
ehi tu vendi troppo e io compro poco
cambiamo strada finchè c'è il giorno...

...
alla fine non rinuncio mai, quando parto,
a far finta d'iniziare un lungo viaggio,
come quelli inventati su google maps che facevo per superare il confine,
come quelli invitati a cui ho dovuto dire di no
(perchè so rimandare ai giorni caldi, perchè mi necessita la solita rincorsa)
ed in fondo me lo posso permettere,
si viaggia facile con i nastri a favor di vento...
eh eh
cappuccetto rosso è docile e mi fa sentire lontana da tutto,
l'autostrada scorre come un tapis roulant
e i pensieri che nascono con gli occhi aperti diventano subito puri,
densi e docili a sciogliersi nel cuore come scaglie di nero fondente...
battiato, vecchioni, de andrè
si prestano bene per ripetere a squarciagola le canzoni,
per mettere i cassetti in ordine...
tanto se non riesco a stare dietro alle parole
riprendo dall'inizio la canzone,
l'importante è saper distinguere tra rimorsi e rimpianti,
tra verità ed interpretazioni
giusto per farsi due conti
giusto per avere in tasca ogni volta gli spiccioli per il caffè...
olè

mercoledì 7 gennaio 2009

filamenti


niente scarpe gialle...
oggi...
prendo quelle rosa, morbide,
ideali per sentire il filo, sotto...
eggià il filo...
quando si inizia un pò ci si appende,
come per tirare il fiato, dallo scorrere,
ma si sa che si sceglie subito il limite di fronte a sè...
prima si cade, prima ci si rialza,
le parole sembrano dure,
ma lo sguardo è sempre dolce,
gli occhi del tuo maestro sanno parlare,
bastano per acchiapparti quando credi che non c'è più ritorno,
quando temi che il cielo non ti voglia più...
eh eh...
e non si comprende all'istante questa fragilità che ci piomba verso terra,
ma i muscoli imparano subito a tenere stretto il bilico
perchè poi si arriva ad appoggiarsi dolci, piano piano,
scoprendo l'incertezza e lo stare qui e ora...
e perchè poi nulla resiste del proprio presente,
lì davanti,
lo sguardo verso un punto lontano diventa non più necessario da raggiungere...
eh eh, non si tratta di cadere ma di volare,
di spiegarsi,
sopra e dentro se stessi...
il camminare sospesi è un ricordo costante al sogno,
e la vera natura notturna che apre lo sguardo alla luce con quel lento evaporare sul filo,
e accompagna i passi...
e solo davvero adesso che le parole si sciolgono, si zittiscono aprendo la strada al silenzio...
passato e futuro sostengono l'ondeggiare a destra e a sinistra...
è un cullarsi più che un dondolare
è un appoggiarsi più che un atterrare...
il bilico che insegna il respiro, indaga il tatto, sorprende il silenzio,
che da quel momento abita dentro di sè,
esce e poi rientra come qualcuno che sa dov'è casa...
eh eh
ho imparato quel senza tutto e senza niente appoggiata al filo,
ho imparato ad ascoltare la tensione che tiene i passi uno dietro l'altro
zampettanti come angeli sulla neve...
...
lo devo dire al mio nuovo amico dagli occhi fluidi
lo devo dire al mio allenatore di parole
perchè va bene,
perchè lui sa...
eh eh