venerdì 30 maggio 2008

piedi, piante ed altre facezie


e viene l'estate
anche una sembra primavera
è sufficiente per incominciare a vedere
i piedi all'aria
acchiappati solo dai laccetti dei sandali e sandaletti
e i diti che escono fuori e le piante che diventano lerce
e i calcagni che si velano di fuliggine cittadina...
non male, penso, quando in tram si siede
la signora bellissima dalla pancia interessante e vistosa,
c'ha le infradito nere quasi da spiaggia e i piedi diventati lerci,
che mi fanno sorridere anzichè altro,
e mi ricordano i piedoni dei santi e degli apostoli di Caravaggio,
che pur santi e pur apostoli mantenevano i piedi lerci e pesanti,
c'è del realismo tenero in entrambi sia nei apostoli santi che nella signora bella,
che se fossi un altro Caravaggio le farei fare persino la Madonna
densa com'è di vita e di leggera follia...
ultimamente c'ho un concetto del pulito quanto meno anticonformista...
vedo sporche persone pulitissime, quasi in ordine maniacale
e miracolosamente linde persino quelle persone assolutamente riprorevoli
nella loro vita sociale...
dicevo c'è del realismo non del romanticismo, è importante la distinzione...
c'entra l'idea del vedo oltre, e dentro e dietro e sopra e sotto,
insomma del vedo e basta...
anche perchè è facile riconoscere la lordura finchè si tratta di piedi e di storie di cammini...
molto più opaco è ritrovare altre nascoste velature...
e alla sera non si riesce solo con una doccia profumata a cavarsela...
eh eh

giovedì 29 maggio 2008

la scatola magica

oh, son soddisfazioni,
vedere le cose scorrere
per i loro dove e i loro come...
per esempio,
un tempo mi stupivo molto
del fatto di non trovare più la coppia insieme dei calzini
messi a lavare nella lavatrice,
ne trovano sempre uno solo,
come se ci fosse un passaggio segreto nel cestello,
attraverso il quale defilarsi,
per fare un giretto, nei meandri magari
di quelle leggende metropolitane
che parlano di coccodrilli e mostri vari...
un tempo mi stupivo, ora sto ad attendere,
il ritorno sicuro del vagabondo,
quello rimasto lo sistemo comunque in ordine, nel cassetto...
e son soddisfazioni quando magicamente
lo ritrovo dopo giorni,
magari un pò rattrappito, come un gatto randagio rimasto alla pioggia,
magari già asciutto di suo senza essere stato steso...
e volete mettere la gioia, la gioia profonda,
di quando c'è il nuovo il loro incontro, il nuovo abbraccio
e percepire poi la felicità di essere ancora riuniti
insieme in quell'un unico nodo, in quell'unica cuccia,
orizzonti che si fondono, e quante storie da raccontare...

domenica 25 maggio 2008

filmpost


Ho letto il libro, sono andata a vedere il film.
Da sola, nonostante due o tre proposte.
Ho comprato veloce ciliege, patatine e chinotto
e sono corsa a cercare un posto, al cinema vicino casa.
Gomorra.
Non si può dire che sia un film bello.
Non posso usare la categoria della bellezza per
l'orrore a cui ho assistito.
Bisogna costringersi ad imparare a distinguere, prima o poi.
E' solo un capolavoro.
Sia il libro che il film mantengono la genialità della parola,
sia il libro che il film sono l'apertura massima per la verità e l'amore.
Ma, mantegono entrambi, la distanza propria di essere due canali diversi,
due capolavori.
Dicevo, è un film d'amore.
E' un film sull'amore mancato, verso se stessi, innanzitutto.
L'amore mancato, violato, obliato verso la verità, verso la libertà
e quindi, se stessi.
E allora posso intuire la necessità del dolore, dello scempio
interiore, dell'abbandono buio della disperazione.
In assenza di libertà, di amore, di verità c'è solo l'annientamento.
Non si tratta di far riflettere,
abbiamo in questi anni, con le br e la mafia, borsellino e falcone,
riflettuto, riflettuto molto,
e non mi sembra neanche che questo abbia generato un gran cambiamento,
in fondo, ci siamo accontentati del riflesso.
Tanto parlare di condanna, nessun movimento di cambiamento certo, solo un lieve sollievo.
Non è un film di denuncia, quindi,
e poi, denunciare a chi? alle autorità competenti?
e cosa c'è di più competente che di se stessi?
a chi denuncio, se non a me, la mancanza d'amore?
Questo nel film è facile vederlo,
sono tutti mostri, sformati, contorti, materia umana
in fase di dissoluzione, non di soluzione.
Non c'è più nulla da solvere nulla da coagulare
dissoluzione pura, ed è in fondo un sollievo, un altro.
La negritudine pura, la fase buia dell'opera alchemica.
E a pensarci bene non si parla neanche di morte,
ancora,
la morte è trasformazione, ascesi,
lì in quel luogo spaziotemporale la morte diventa solo oblio,
"dobbiamo fare morti, dobbiamo fare cifre, soldi" dice un
personaggio, un altro "io mi debbo salvare".
Oblio, il mio oblio, aggiungo,
già perchè non è pensabile che io riconosca quella paura
senza che questa in qualche modo non mi riguardi,
perchè buca la mia anima se non sono anch'io così?
non è che soffro di fronte quella visione proprio perchè
anch'io nella mia vita onesta, amorevole e pulita
a volte credo ancora che mi debbo salvare,
dal dolore, dalla malattia, dalla scarsità, dalla morte?
E' un film non di condanna della società in cui viviamo,
è un film che condanna noi stessi in quella forma scempiata,
di quando cediamo alla tentazione di non amare, di non essere.
Uscendo dal cinema, stacolmo di altri me, ed io di altri loro,
mi sono detta, questo è il momento di amare,
questo è il momento per far scattare quel click
e riconoscere che tutto è uno,
che siamo frammenti,
ognuno originale e in sè infinito,
di uno stesso gioco, di una stessa rappresentazione.
Ed è inutile pensare che tanto loro sono lì,
lontani e diversi, o come dice qualcuno ancora
inevoluti rispetto a me, basterebbe togliere quel tumore...
ma avete mai visto la foto di un tumore?
(grazie Ed)
lo riuscireste a distinguere dalla vita?
...non è solo una forma di vita,
è anch'essa vita, che deve lottare per sopravvivere come l'organismo in cui è nato...
no, non credo più a questa separazione, perchè se lo scopo,
è far pensare, capire quello che di reale succede altrove,
va bene far riflettere, ma quel riflettere non è una prerogativa dello specchio?
ma cosa riflette lo specchio se non me stessa?
siamo tutti uno e due e tre e quattro e cinque e SEI ed infinito...
eh eh

lunedì 19 maggio 2008

rendez-vous

T'assaporo d'attese.
Non ci sono soffitti sotto i quali non dormirei
Al tuo fianco.
Verrei a prenderti, ti riconsegnerei, cingendoti le spalle,
Al bivio fragrante della notte.
Ti farei sedere
tra il velluto delle mie verande
In vasche di carezze limpide.
T'assaporo,
Nell'assenza, nel sorriso
In velluti e trine d'arabesco
Ti condurrei per baciarti.

pro memoria

"Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Veniva da sè, per qualche riflessione".

mi vien da dire anch'io...

è un giorno pieno di baobab,
pecore,
asteroidi B612,
elefanti dentro e fuori i boa...

abbiamo solo due giorni
per leggerlo
(per rileggerlo tutto il davanti del tempo)
insomma una task force...
qualcuno si è dimenticato parte dei compiti...
eh eh

indovinate cos'è....?

sabato 17 maggio 2008

con il vento a favore


sono fuori dietro la linea
sento con l'alluce il bordo scuro
a piedi nudi si sente il qui e là più facilmente
guardo le altre
so che posso sentirle anche se non le fisso
a chi tocca?
entro io, no aspetto...
entro io, salti lunghi e felpati
ti ricordi i tre e i quattro tempi?
un due tre, un due tre...
giù le spalle, morbide le braccia, sguardo liquido,
sei la forma senza struttura
domus nova di spirito...
e allora...
corsa al centro senza il rumore dei passi...
ricorda, occupa lo spazio
bisogna bilanciare
chi guida ascolta
ascolta ascolta
io sto, io sto qui
sento il sudore che riempie
gli spazi lasciati dai pensieri
ogni movimento lascia orme eteriche,
sono nuda più di quanto immagini
voglio tutto e ora...
lui sa il fatto suo
non posso che amarlo
agganciarmi al divino
in lui risolvermi
il suo sguardo liquido, la sua voce ammorbidente...
il mio corpo non riesce dopo quattro ore in movimento
più a spaventarsi
si è sbriciolato, si è arreso senza peccato alcuno...
impara a giacere, impara a giacere...
adesso la voce
esce dai pori, dalla nuca, dal dentro delle ginocchia
si espande come inchiostro nell'acqua pura...
io avvolgo e sono avvolta
ancora sudore caldo alito di fuoco
che tende la pelle
siamo tamburi e cornamuse
sono e non sono...
eh eh

mercoledì 14 maggio 2008

minos

una tragedia
no, dico, è proprio una tragedia
senza possibilità di fuga
una tragedia tragedissima...
il minotauro, sì...
sto realizzando uno spettacolo sul mito del minotauro...
vi ricordate teseo, il labirinto, minosse, arianna
e compagnia bella?
e la bestia ho scelto di farla io...
con tanto di corna che si trasformano in
didjeridooo....
piedi nudi per terra che diventano neri
dopo quattro ore serali che diventano notte..
piedi che sembrano zoccoli ma non lo sono
perchè il minos aveva la testa di toro...
il corpo che impara ad attorcigliarsi
lascia ombre e orme
e zompa, zompa senza fare rumore,
pesante solo nella ricerca della forma, dello sguardo...
non c'è partitura scritta, m'invento tutto io...
poi il regista aggiusta, apre e chiude...è talmente bravo...eh eh...
la bovinitudine interiore la ricerco
nelle memorie ancestrali dei riti antichi...
siamo stati tutti vittime sacrificali
o ci siamo sentiti così...
come non è difficile trovare dentro di sè poi
quella parte bestiale e furiosa e prigioniera

...cammino con i piedi all'indentro
pesanti
lasciando orma e suono dietro di me
torvo nel buio
non cerco più quella fuga nella luce
che mi attira a specchiarmi
nel cielo da cui sono nato...
non voglio incontrarmi
non voglio riflettermi
che in questa oscurità
ed aspettare,
che la liberazione
arrivi da dentro
come un fiorire
uno sbocciare
inaspettato...
abito il silenzio
abito la solitudine del destino
abito il mio cuore umano...
e che arrivi la lotta,
che arrivi la sfida...
saranno solo uomini
quelli che verranno
incontro,
non dei,
solo uomini,
che come me hanno paura
di riconoscersi...
prigionieri del buio
della propria mente...

e poi dovevo cercare un testo
che mi piacesse
e di corsa e d'intuito, come sempre mi accade, ho trovato questo:

Tutto in tutti

Tutti gli uomini in ciascun uomo
ciascun uomo in tutti gli uomini

Tutto l'essere in ciascun essere
ciascun essere in tutto l'essere

Tutte le cose in ciascuna cosa
ciascuna cosa in tutte le cose

Tutte le distinzioni sono mente, con la mente, nella mente, della mente
Niente distinzioni niente mente per distinguere

(cit. R.D. Laing - Nodi)

ps: sarò per un pò e un ciccinin intermittente nel blog,
vuoi per il toro, vuoi per il virus ancora in circolo
che non mi permette di scaricare le foto (sic!) che in queste settimane ho fatto..
oh, Vi tengo d'occhio appena riesco...
sarà un occhio di bue, nevvero, ma sempre occhio attento è...
muhuuuuuuuuuuuuuuuu

mercoledì 7 maggio 2008

merci à tout le monde et à l'univers entier



è proprio un bel momento
già, già....
le cose silenziose prendono quel sopravvento che ti lascia il sorriso anche al buio
e tu vorresti dire
amo, amo solo perdutamente
senza vuoto a rendere
anche in mezzo al traffico
anche quando tutto ti sembra
troppo stropicciato addosso
eh eh
sono cambiate molte cose
di una tenerezza terribile,
di una forza amabile e definitiva...
non l'avrei mai sperato di mantenere
aperti gli occhi nel passaggio
nel bardo tra una soglia di sogno e l'altra...
mi dico..ora sei libera e ricordi chi sei
è più che abbastanza per l'adesso,
non devi più re-agire a nessun dolore
non c'è danno, non c'è quindi perdono...
ma solo per dono...ah ah
rovesci le parole e diventano buffe
e con loro la realtà appresso che fa le capriole
strizzandoti l'occhio per prenderti in giro...
il gioco dell'amore è la cosa più seria che ci sia
yuh, yuh
e di quella maschera buffa ormai conosco i contorni
so dove si annoda l'elastico
so quanto sia difficile portarla
quando la si crede per vero
quanto allora diventa difficile vedere,
vedere bene la strada
mentre il cammino si insinua di sotto...
in fondo solo uno dei tanti personaggi
che ho lasciato andare
ma pronta ad accogliere altre
rappresentazioni...
so che poi tutto si acquieta come tra una marea e l'altra,
con il velo d'acqua che lucida la terra..
poi, poi penso guardando con gli occhi sottili
del cuore e del sogno
quanto sia facile sentire la propria eco
quando le persone belle ti raccontano la vita
con le parole giuste, con amore saggio
e penso a berry e janas
alla frà! e alla grande fabdo
e a davmo e agli altri erranti
eh eh
questa rete sottile come tela di ragno
che capta la gioia, che canta bellezza
e come un cattura sogni
gioca a fare l'aquilone...
la ricorsa è facile
il volo strepitoso e bello...
merci à tout le monde et à l'univers entier...