mercoledì 30 aprile 2008

che giorno è degli alberi?

Sono tornata.... stop
tutto bene.... stop
meglio, benissimo...post
e certo, dopo lo stop il post
questione di specchi, credetemi...
ma, in fondo, quando si è preparati al di bene in meglio
ciò a cui si va incontro non può che sorprendere,
di più,
stupire,
di più,
confondere...
ecco...sì,
confondere è la parola giusta....
confondere, confondersi è la parola su cui ruotare
su cui inpernare tutto il racconto...
sono confusa e mi sono confusa...con fusa....
assieme a me e ad altri confusibili...
meglio dire confusabili
i migliori confusabili in circolazione, eh eh
gli abilissimi della confusione...
e nella confusione era chiara però la sensazione che
si vive in parallelo...
paralleli a noi
paralleli ad altri...
siamo diversamente paralleli...
ci sono vite proprie che scorrono in direzioni diverse, ma contemporanee...
alcune sembrano coincidere per parti di tempo anche se con accezioni diverse
ed è allora che diventano parallele...
tutto per dimostrare che il tempo non è lineare, no, no,
un tempo circolare e saggio nel con/fondersi con altri con/fusi circolari...
come allora è possibile?
Tra il fare ed il dire non c'è il mare dell'andata ma l'abisso del ritorno...eh eh

giovedì 17 aprile 2008

ritornerò


vado,
adesso vado
ma poi torno
certo, un ri-torno,
fra qualche giorno
più di uno meno di molti...
un viaggio, un nuovo gioco...
niente internet
niente blog
nè per vedere, nè per fare
niente collegamenti con il mondo
alle spalle
solo l'orizzonte davanti...
nespà...?
ci vediamo presto, prima o poi...
il tempo giusto
per fare e non fare
per respirare
per giocare
per amare
per essere...re...re...re
anche se adesso l'eco giusta
è rah!

so be!!!

(la foto non è mia.......mi sto attrezzando, però.....eh eh eh!)

martedì 15 aprile 2008

meme nto


sono stata memata da davmo

and now tocca a me farlo

uh uh che si fa?

queste le istruzioni:


a) Indicare il blog che vi ha nominato e linkarlo;
b) Inserire le regole di svolgimento;

c) Scrivere sei cose che vi piace fare;

d) Nominare altre sei persone affinché proseguano il meme;

e) Lasciare un commento sul blog dei sei prescelti amici memati
si comincia:
punto a..... flaggato
punto b.... flaggato
punto c....flaggato

ecco le cose che amo fare da sola e in compagnia:
  • amare, amare, amare, in tutte le sue forme, fisiche, mentali, spirituali, oniriche, simboliche, astratte

  • andare a zonzo senza una meta, a piedi, in bici, in macchina, in treno, in aereo... con annessi magari i pic nic più improvvisati e nei posti più improbabili

  • fare le foto, giocare con le immagini, cercare le cose invisibili

  • vedere film a casa, al cinema, sul cell, sul dvd portatile in metrò o in treno

  • scrivere e leggere in tram e quando e dove mi sgusciano fuori le parole e affiorano i pensieri...

  • fare teatro, giocare, truccarmi, sognare, sognare, sognare

punto d: passo la palla a:
acidella ; fabdo ; il fiume ; janas ; la scatola ; marco

e quindi......flaggato
punto e.......flaggato

donc, bon meme à tous!!!


eh eh eh eh

domenica 13 aprile 2008

sushiman e sushigirl


...la punta della lama bagnata sull'orlo
nella ciotola trasparente d'acqua
l'appoggio con un tocco secco del manico del coltello sul tavolo,
ritmico ad ogni taglio
ad ogni cambio di angolazione,
le mani sottili, bianche e quasi diafane
tanto leggere e precise,
il tovagliolo di morbido bianco intercede i movimenti
e danza sul piano
e toglie ogni traccia per il taglio nuovo...
e fettine sottili
nascono
come veli
come petali,
soffi dalla polpa densa e rosso fresco...
questo accarezzare della lama
sembra far respirare ciò che non si espande più da solo
non è più reale quello che vedo
di quello che immagino,
tutto questo sacrificio muto
diventa da vicino
pura massa di colore
rosso, rosa, bianco
solidi di materia strana
ormai straniera
senza più la forma
senza più l'idea dell'origine...
si sente ancora il mare nel silenzio
di quel girare intorno del coltello
che taglia il sale
che taglia ancora il colore...
a questo punto aspiro solo allo sposalizio
attraverso la cura
attraverso la trasparenza
del vino bianco che attira
la luce del fuoco dolce...
non mangio nulla
di questo colore denso,
fasciato di alghe come film d'autore
se non le nuvole di fritto tempura
che rendono persino opache le verdure,
se non il succhiare lento dello zenzero
nelle bacchette di bambù giallo...
ma guardo tutto,
risucchio con gli occhi il risucchiabile,
rido col riso,
lecco col dito felice quello che sgocciola dello shoyu...
alla fine del dolce
appoggiata sul piano raku del tavolo
aspetto sazia e paziente
di vedere il gioco nel finale
dei chicchi di melograno
strisciati nella salsa caramellata di sakè...

sabato 12 aprile 2008

vagabondo che son iooooooooooo


non perderti per niente al mondo...
già, paolo conte, ci ho pensato, ma in fin dei conti, perchè no?
fusse verameeente à volta bòna, eh?
per-der-si, per-dar-si,
perdersi per darsi,
certo, come non averci pensato prima,
uno si dà completamente a se stesso,
se si perde,
perdere non significa fallire,
no, no,
significa lasciare andare il successo,
l'accaduto,
ciò che è stato, per ciò che è,
perdersi significa vagare, cercare il vago, il vuoto,
vaga-bon-darsi,
cioè nel vago mi dò nel buono...
e vàaaai...
perso per perso uno poi si lascia andare
e va finire dova va a finire tutto,
o dove inizia tutto...
magnifico, no?
l'alfa e l'omega che vanno a braccetto
guardandoti fisso con un sorriso a 180°...eh?
uno si perde, e allora?
e poi ti ritrovi...
ma non è vero!
o per lo meno, speriamo di no,
io non ho nessuna voglia di ritrovarmi...
mi va bene perdermi in ciò che devo perdermi...
ci mancherebbe che dopo tutta stà fatica
che ho fatto per perdermi poi mi tocca
ricominciare daccapo col ritrovarmi...
nooo, se uno si perde poi non si deve ritrovare,
è tassativo e altamente consigliabile,
ci si perde e basta,
e non si ri-comincia neanche,
si comincia proprio, da zero...
chi sei tu? boh! non lo so!
ohhh, finalmente....

venerdì 11 aprile 2008

del colluttorio felice


rientro a casa,
gli occhi ancora pieni
di cinema con un lieto finale,
ancora piove,
con le gocce che fanno a pois
anche le lumache che mi scandiscono il passo
come le scale con le lettere fino alla L...
la luce di casa,
quando con un rimbalzo d'interruttori
riesco ad accenderla in obliquo,
sembra dare un senso di gioia all'insieme...
l'odore nell'aria dell'incenso alla cannella
ha fatto compagnia fino adesso almeno
al display lampeggiante del videoregistratore...
per esserne sicura di cotanta beltà d'atmosfera
esco fuori sul balcone
e faccio finta di sbirciare dentro,
come se fossi un viaggiatore di passaggio,
mai stato da queste parti,
come se vedessi la scena da un treno che scorre
al terzo piano...
è la prova del nove
se mi piace da fuori , quella luce va bene...
tutto questo esci e rientra mi fa pensare che
basta scegliersi un'illusione felice, in fondo,
felice abbastanza da bastare,
per organizzare la mente in modo
da tracciare un percorso tra A e B
il più felice possibile,
felice felice felice
adoro le ripetizioni, senza sinomini,
come eco nella testa,
evviva che è vuota,
un percorso tra A e B
una retta, può darsi,
un arzigogolo,
un ghirigoro,
un inchino,
che importa,
basta che sia felice
e uno lo sa quando una cosa è felice,
è come capire l'acqua calda
non la si spiega, la si tocca...
e poi pensavo,
mentre contavo le chiocciole
lungo il cortile,
che queste cose le dicevo
al telefono solo ieri e l'altro ieri
a lui, al grande altro, al sei tu,
kilometri e kilometri di parole
al telefono
spazio e tempo fusi in un ciclotrone
gigantesco
giorni, settimane, anni,
insomma c'era una distanza da colmare,
pensavo geografica
(e mi impegnavo tutta)
ma era nel cuore, nel suo cuore...
e allora davvero più complicata
del da qui a là tra A e B,
una geometria d'amore caledoscopica,
strepitosa e bugiarda,
falsa quel necessario da non essere finta,
dimensioni parallele ma paralizzate,
al posto di una semplice retta...
eh eh eh che bello però che è stato...
ma qui la retta aveva preso forma e sostanza
della fune di un funambolo...
oh ohhh che si casca, oh ohhh che si vola...
e riflettevo sul fatto che A e B poi,
sono le uniche cose
certe del gioco...
una specie di opzione andata e ritorno
su cui si può contare (almeno fino a due)
e allora davvero importa che forma
prende il tragitto nel mezzo
e quante e quali deviazioni
racconta nel suo andare?
uno poi, nel frattempo, certe cose
non le deve più dimenticare,
ne è, come dire, esentato...
e allora la luce bella della notte
che fa casa e tisana fumante,
gli abiti svuotati di te sul letto che
lasciano il passo al pigiama pacioso coi cuori gialli
che fa tanto winks dolly polly thinki e pinki,
sono tutti saggi espedienti per inventarsi
i tragitti più avventuosi,
più innamoranti...
anche perchè sài,
alla fine di tutto,
davanti ad uno specchio notturno
e ad uno spazzolino con le setole ondulate e sorridenti,
che sul colluttorio -
supermegaiper biodinamico a base
di quella radice di cui hai tanto bisogno
per infittonarti fino in fondo e fare cucù all'anima
- sul collutorio
puoi davvero, ma davvero contare..

mercoledì 9 aprile 2008

per non lasciare nulla d'intentato

ho ricominciato con l'andare in giro
a succhiare le castagne secche
appena mi ricordo di farne una scorta
prima di uscire
nelle tasche
il gioco è di non morderle mai
lasciarle ammorbidire fino a che
diventano quasi gommose
e rilasciano il dolce...
è tutta una tensione nel non morsicare subito
ma attendere il risultato,
mai fare fretta nel cucciare le castagne,
a parte il rischio
"ti saltasubitoquelpocodisolidochec'haiinboccainfattodidenti"
la cosa da sperimentare è anche in parte nel fattore proust
sì, la solita cosa delle madelenettes e i ricordi d'infanzia...
ma di più,
qualcosa di vagamente zen,
come il suono creato dal battito di una mano sola,
è vero, ricorda la cosa
delle caramelle dure,
quasi subito, dopo di averle in bocca,
ti scocci di succhiarle
e crash, con uno sgagno, le spiccichi sui denti caramellandoli ben bene...
no, con le castagne non è possibile, la castagna non perdona...
è un film giocato sulla resilienza,
già perchè il cedimento della castagna è diverso giorno per giorno,
addirittura momento per momento...
un test di come puoi essere flessibile in quel preciso istante
un'ascesi di non-fare,
uno stare qui e solo qui...
ma io voglio vivere il presente
(è una scusa per non mordere, ma funziona)
ad aspettare il momento clou dell'ammorbidimento essenziale,
che risuona immediamente con il tuo momento di ammorbidimento esistenziale,
quando arriva, sai che anche oggi ti sei arresa un pò di più a te stessa
e tutto per non lasciare più nulla d'intentato....

martedì 8 aprile 2008

flag

se c'è il jet lag
ci sarà pure il flag lag
quello che mi frega a volte
è proprio il flag...
un flag può cambiarti la vita
farti entrare in mondi operativi a te fino ad allora
sconosciuti
un mondo parallelo
dove tutto è ok
io sono ok
tu sei ok
l'eldorado dei flag
la shamballa dei flag
basta ricordarsi del flag
di cliccare il flag
di cercare
di cercare il flag interiore
e tutto magicamente si risolve
flag questo sconosciuto
se lo conosci non lo eviti... più
hai dimenticato il flag...peccato!
il flag è dappertutto
sta bene con tutto e si sposa con ogni cosa
voglio essere un flag
al posto giusto e al momento giusto
fleggàmi, perchè non mi flègghi?
non te ne pentirai, davvero!!!
che quest'anno sia un anno di flag e prosperità per tutti
che ogni giorno ci sia un flag opportuno per noi
appropriato, indicativo e non marginale
fatto appòsta, a fagiuòlo...
ohh ci sei o ci fài?
ma n'do vài se il flaaaag nun c'è l'hai
bisogna trovare il proprio flag interiore
bisogna essere allineati al proprio flag
lasciarlo parlare esprimersi
perchè non ti esprimi?
vuoi che ti aiuti?
vuoi che ti ami?
perchè non ti flagghi?
ora è il tempo del cambiamento
c'è più flag per tutti
ed anche per te
vuoi segnare il passo?
vuoi rimanere indietro
senza il tuo flag?
lo sai
cambiare è bello
cambiare è giusto
chi non cambia è perduto
bisogna arrivare vivi alla morte
in perfetta salute
con tutti i flag a posto
morire sarà l'ultima cosa che farò in vita...
dopo il flag
non sai dove metterlo, il flag...peccato!
flag si diventa e non si nasce
c'è speranza anche per te!!!
flag è bello
flag flag flag
...

(to be continued...)

venerdì 4 aprile 2008

oggi ho deciso...


...di prendere fino in fondo il tram
per tutto il tragitto solito della città solita,

(anche se solìta mi ricorda un termine dal savor espanol di una tipa un pò ancora lolita ma per l'adesso in giro da sola)

come per stare in alto di più,
di più vicini al sole e alle foglie tenerate dalla luce...


arrivata nelle tasche mi sono trovata tante
striscioline bianche scritte fitto e piccolo
come zampettamenti d'insetto buono...
questo è l'elenco delle mie seduzioni...

come dire...
madamina il catalogo é questo...

l'autista della autoblu che gioca, mentre aspetta,
al cruciverba

le vetrine pulite, pulite senza le ditate sopra

la signora con la giacca viola di lana cotta e la
e i volant che ridono della gonna nera

il tram che fa le curve tra le case strette del centro
come un biscia dal muso tondo

le signore belle, tutte pettinate
e gli occhiali grossi da sole

un cellulare che trilla con la suoneria
di jingle bells di un uomo indiano d'oriente

la signora con la bici e il cestino con i fiori colorati
finti davanti come un balconcino che si muove insieme

gli uomini di affari sotto i portici
vestiti di grigio come i marciapiedi

io che sbircio un giornale patinato (per target maschile)
dal signore pelato giovane accanto a me

la signora con il cappotto rosso rosso
i capelli bianchi bianchi a caschetto
vestita di grigio grigio sotto e le sopracciglia
alzate per leggere ma all'ingiù come una bocca triste
e il sacchetto di seta arancione

le foto nel giornale della modella
con la bocca sorpresa con il rossetto rosso
e il naso all'insù che fa vedere bene
i buchini rotondi

il tram che quando va brontola
un ohhh e un uhhh
singhiozza e poi riprende

tutti e tre gli uomini davanti
con le valigette in piedi
e sull'attenti
e sulle ginocchia
e rettangolari

il parco in centro della città
che rimane solitario
senza di me
perché devo andare al lavoro

alla fermata arancione del tram
la signora nera e di colore uguale
anni '70 con il capello rasta corto
e il vestito a fiori dolci e rosa

(ndr
è impossibile amare senza essere riamati
se uno ama è automaticamente ri-amato
se uno ama, ama e basta
è più difficile non amare che amare
è più facile amare che non amare
e uno mica è del tutto scemo a rinunciare
all'amore e all'amare...

l'amore è una cosa più fortunata
di-come-ce-l'hanno-venuta-a-raccontare)

il signore nuovo al mio fianco
con il grande grande sacco blu
di plastica vuoto tutto stropicciato
che dice che ci sta seduto anche se mi sono
allargata tutta

sbircio nel libretto del mio nuovo
compagno a sinistra:
inno allo spirito santo
e le invocazioni a ss.maria per ottenere lo spirito santo

le folate di vento che si intrufolano sotto la
mia gonna quando si aprono le porte
alle fermate

la signora sola appesa ai ganci
che ha smesso di dire:
va bene ci vediamo domani


il signore giapponese giovane
con gli occhialini e le mani belle
che mi ricorda tanto chi ho amato
ieri e l'altro ieri

la signorina giapponese che mi sembra preoccupata
ma forse no
perchè non arriccia le rughe che conosco
per la preoccupazione

l'odore dolciastro di brioche che entra
di botto ad un incrocio qualsiasi

io che cammino ondeggiando
da un marciapiede all'altro della strada
e sullo stesso marciapiede
come una foglia verde che vola
come petali di fiori d'albero

oggi per me:
20centimetriquadrati di focaccia
con funghi e melanzane dello stesso colore,
difatti si confondono

stasera al gatto zoppo ci vado
di frou frou vestita
scarpe rosse e cervello fino

eh eh eh eh eh eh eh ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh ah!

un lieto finale



....e l'ombra accogliente
che mi porto appresso,
che mi porto addosso,
distante solo un breve respiro,
come terra rimasta a maggese
nel sonno tiepido di
questa lunga infanzia...
mi basta un salto dal muretto
nel prato verde e
mi riconosco subito nel film
di questo pomeriggio al sole...
le margherite, ora ricordo,
così ci sono solo in primavera,
prima di quell'estate che arde la città,
che intristisce le stese d'erba,
prima che quello stesso prato
diventi già troppo masticato da chi,
torna e ritorna,
è in cerca solo di una gioia leggera...
eh eh...
ma la terra è morbida
docile e accogliente
sempre,
all'ombra,
mi avvolge fluida
appena riesco a riempire
di azzurro gli occhi,
anche a me tocca sorridere docile e buffa
...sono ancora un lieto finale, mi va di dire....
il vento e il vento che
incanta i fili d'erba glassati di luce...
questo vento confonde i miei occhi,
diventati tante piccole margherite spalancate,
infiniti occhi,
di un giallo stupore al centro, al centro...
mi godo dentro, questo respirare,
mi godo, in fondo,
scegliendomi tutta...
com'è facile immergermi,
com'è facile intrufolarsi
in questa ciccia buona
che sa di buio
e anche di buono,
di buono per sempre...
e...
e dove non c'è ombra
c'è luce, mi dico,
e mi rotolo e mi sdrotolo ancora
con quella leva della spina dorsale,
della mia lisca di gioia,
come biglia, buffa ancora,
buffa e leggera
mentre insegue i lati luccicosi delle cose
nel frattempo che diventino orizzonti,
luoghi di tramonti e surtout
di nuove genési luminose...
un fare per fare,
un fare per ridere,
una facezia,
un gioco da piccola
di tanto tempo fa...
mi basta lo sguardo di una nuvola furba
e il mio qui diventa anche altrove...

eh eh eh eh eh

giovedì 3 aprile 2008

mercoledì 2 aprile 2008

esercizi di fluttuazione

solo un cambiamento
che altera la mente
crea una
fluttuazione quantica...
è matematico
lo so....

la parabola

la parabola
parte da un punto, al centro
poi si apre, si apre, si apre, si apre
un braccio va di là, un altro va di lì
ma all'infinito diventa un cerchio,
un grande cerchio...
è matematico
lo so

martedì 1 aprile 2008

cosa significa amare



in questo mondo
bisogna essere un pò troppo buoni
per esserlo abbastanza.


marivaux







(la clowna pippipoppins alias radha che cita marivaux in cima ad una scala verso il cielo azur cantando al vento)

ehe heh eh eh eh ehe he he h eh
ahaha h ah ah ah ah ah ah ahah
ihihi hi hih ihihihi hihi hi hi ihi hii